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Bankitalia, il messaggio di Ignazio Visco al Paese

L’analisi del governatore Ignazio Visco sullo stato di salute dell’economia italiana conferma quanto vanno sostenendo ormai tutti i principali osservatori: l’Italia è entrata in una recessione che riporta il paese indietro di 25 anni.

Per recuperare, ha affermato Visco nelle Considerazioni finali, serve un aggiustamento di portata storica “che necessita del contributo decisivo della politica, ma è essenziale la risposta della società e di tutte le forze produttive”.

La grave situazione in cui versa il Paese, inoltre, “sta segnando profondamente il potenziale produttivo” e “rischia di ripercuotersi sulla coesione sociale”, ha avvertito il Governatore, che non ha esitato a mettere sotto accusa la politica: le riforme, ha detto, hanno perso slancio anche per il deterioramento del clima politico, mentre i rappresentanti dei partiti “stentano a mediare tra interesse generale e interesse particolare”. Visco ha ricordato che quest’anno l’Italia ha raggiunto il poco piacevole record della disoccupazione, soprattutto dei giovani, “che oggi stentano a immaginare un futuro nel nostro paese’’. Il numero dei senza lavoro è “pressoché raddoppiato rispetto al 2007 e pari all’11,5% lo scorso marzo”.

Record negativo per i giovani attivi in età compresa tra i 15 e i 24 anni, dove si è avvicina al 40% e che raggiunge livelli ancora più alti “per quelli residenti nel Mezzogiorno”. In calo anche il prodotto interno lordo, che “nel 2012 è stato inferiore del 7% a quello del 2007, il reddito delle famiglie di oltre il 9, la produzione industriale di oltre un quarto. Le ore lavorate sono state il 5,5% in meno, la riduzione del numero di persone occupate superiore al mezzo milione”.

Tra le cause di questo stato di cose, secondo il governatore, giocano un ruolo negativo anche burocrazia e corruzione, palle al piede del paese che occorre assolutamente risolvere, pena il declino senza ritorno. Diversamente, la rimozione di questi ostacoli potranno a suo avviso stimolare investimenti produttivi, in arrivo anche dall’estero, in tutte le aree del paese e in particolare nel Mezzogiorno. Il messaggio, insomma, è chiaro. Ora sta alla politica e al governo recepirlo.

(sintesi di un commento più ampio che si può leggere qui)


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