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Beppe Grillo, gli industriali delusi dai 5 stelle

Grazie all’autorizzazione di Class Editori, pubblichiamo l’articolo di Giorgio Ponziano pubblicato sul numero odierno del quotidiano Italia Oggi.

A sorpresa avevano fatto auto da fè a favore di Beppe Grillo. Alcuni imprenditori s’erano schierati: votiamo 5stelle. Una scelta convinta «per cambiare la politica e premiare il merito». Non erano questi gli slogan urlati nelle piazze dal comico convertito alla politica ? Delusi dai partiti tradizionali, nell’urna avevano votato per il movimento di Grillo, creando imbarazzo in Confindustria (nel caso di adesione ai grillini di membri degli organi di vertice) in altri addirittura invitando i propri dipendenti a seguire l’indicazione di voto, come nel caso di Giordano Emendatori, leader nei prodotti per le gelaterie, sede in Romagna, che aveva fatto distribuire all’interno della fabbrica i volantini per spiegare perché sarebbe stato opportuno votare per Grillo.

Adesso, dopo il tormentato dopo-elezioni, l’imprenditore (110 milioni di fatturato) dice: «Ho votato e fatto votare per Beppe Grillo.

Credo nella necessità di un forte cambiamento. Purtroppo Grillo ci ha solo illuso, anche lui non fa nulla. Eppure aveva uno strumento in mano micidiale per cambiare il Paese, e invece il movimento 5Stelle sta lì a balbettare su questioni secondarie. Ha perso un’occasione storica e sono davvero contrariato per quanto è successo, ha tradito la fiducia che gli era stata concessa». È un leit motiv contro Grillo-spaccatutto ed è la cartina di tornasole di quanto è successo al movimento alle recenti elezioni amministrative: il voto se ne va. Tra i più spregiudicati tra gli imprenditori che si schierarono con Grillo vi fu Graziano Brenna, poiché era (ed è) vicepresidente di Confindustria Como. Aveva confessato di avere votato in passato per Lega e per Berlusconi. Finalmente aveva trovato il suo punto di riferimento politico in Beppe Grillo. Ora si sente scornato: «Quando ho detto che avrei votato Grillo, nel mio mondo mi sono attirato molte antipatie. Anche se, in realtà, tanti miei colleghi, silenziosamente, hanno lasciato la Lega e il Pdl per votare 5Stelle. Oggi non lo rivoterei e non lo rivoterebbero più. Sa che cosa diciamo, noi che nel giro di soli due mesi siamo passati da neo-grillini a ex-grillini? Che quel movimento lì ha un’anima da sinistra antagonista, radicale. Altro che trasversale». E allora? «Non ci rimane che Renzi», dice.

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