Mentre l’Italia oggi si riscopre guelfa e ghibellina nel parteggiare pro o contro Silvio Berlusconi, giornali compresi, c’è chi invita alla cautela e alla sobrietà nei commenti alla sentenza sul processo Ruby.
È il quotidiano Avvenire che nel suo editoriale di prima pagina firmato dal direttore Marco Tarquinio riflette sul fatto che “le sentenze giudiziarie – anche nella loro forma più sommaria – non dovrebbero mai diventare ostaggio degli occhi e delle passioni politiche di chi le accoglie e le valuta”.
Il titolo dell’editoriale strapperà un sorriso a un, presumiamo, attapirato Berlusconi: “Non doveva esserci”. Solo quello. Perché in realtà il quotidiano della Cei che tante volte si era espresso bacchettando “lo stile di vita” del leader del Pdl, non rinuncia a una stoccata finale contro di lui: questa sentenza “non doveva esservi per niente. E non per impunità, ma per specchiato rigore. Quello a cui è tenuto chi rappresenta e governa un Paese”.