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Berlusconi, Monti, Letta e le bugie su crescita e lavoro

C’erano una volta dotti commentatori ed esimi politici che nella scorsa legislatura invocavano la crescita e addossavano alla flemmatica politica economica di Giulio Tremonti la responsabilità di non avviare un ciclo sviluppista. Una critica innescata anche e soprattutto dall’interno del Pdl e che aveva come alfiere lo stesso ex premier Silvio Berlusconi, che denunciava di avere le mani legate perla  responsabilità di quei cerberi che si annidavano al Tesoro.

Poi finalmente si avviò l’era degli austeri tecnici con il più austero e bocconiano di tutti, ovvero Mario Monti, alla presidenza del Consiglio. E finalmente quelle tanto agognate politiche per la crescita furono dispiegate in un crescendo ovviamente rossiniano con la sinfonia iniziale della riforma Fornero della previdenza che ora tutti stimmatizzano, per via della questione esodati, ma che all’epoca raccolse i plausi e gli applausi di austeri e meno austeri. Così furono approvate riforme su riforme, tagli su tagli oltre quelli tremontiani, liberalizzazioni su liberalizzazioni. Non solo quindi Salva Italia ma anche Cresci Italia e altre trovate più o meno immaginifiche, con tanto di previsioni millimetriche in termini di maggiore pil previsto con le misure salvifiche e sviluppiste.

Tutto risolto? Macché. L’austero e sobrio tecnico non ha suscitato l’entusiasmo delle folle per aver contributo a salvare l’Italia con misure che gli stessi partiti che le hanno approvato le hanno poi criticate in campagna elettorale.

Così per avviare questa benedetta crescita Pdl, Pd e Scelta Civica hanno dato vita al governo Letta che, nonostante promesse che Formiche.net ha fin dall’inizio definito troppo ottimistiche, sta cincischiando tra annunci, rinvii e proroghe, oltre che indispensabili rifinanziamenti come quello per la cassa integrazione in deroga.

Sta cincischiando tra sospensioni del pagamento della seconda rata Imu, annunci di nuove tassazioni sulla casa, proclami su sgravi fiscali sul lavoro e sulle imprese, promesse di congelamento dell’aumento dell’aliquota Iva ecc.

Ma come mai si cincischia? Come mai non si riesce mai a fare presto e bene? Ad esempio a detassare e a spendere bene? La risposta è arrivata, papale papale, dalla prima pagina del Sole 24 Ore. Sì, proprio dal quotidiano confindustriale che impeccabilmente non perde l’occasione di pressare e incalzare governi di ogni colore e di ogni risma.

Ecco la risposta dell’ex premier Giuliano Amato: “Lo sappiamo tutti che azioni per la crescita con il necessario respiro le si può impostare e mettere in moto soltanto a livello europeo, rafforzando e spingendo più avanti i processi di integrazione che con la crisi hanno iniziato a prender corpo”.

Parole che inficiano, finalmente, tonnellate di commenti, corsivi ed editoriali incalzanti. E di annunci, promesse e proclami.


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