Ad Arcore, in una saletta sotterranea, si svolgevano non cene, eleganti e innocue. Ma licenziosi ed erotici “bunga bunga”, con ragazze avvenenti, ben pagate dal padrone di villa, che si travestivano, si spogliavano, ballavano, simulavano orgasmi e fellatio, praticati alla statua di Priapo. Ogni sera, 20 bellone. Solo poche ottenevano il premio : una notte con il “Sultano” e relativo, generoso gruzzolone, in biglietti da 500 euro, stipati dentro una bustona gialla, preparata dal fedele rag. Spinelli.A tre anni dall’inizio dell’inchiestona, le 3 togate del tribunale di Milano hanno giudicato Silvio Berlusconi colpevole di concussione e di prostituzione minorile, con costrizione, stangandolo con 7 anni di reclusione, 1 anno in più della richiesta della Boccassini. E lo hanno espulso dalla politica, infliggendogli l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Insomma, secondo le severe magistrate, era stato organizzato dalla Minetti, da Fede e da Mora, che sono processati in un dibattimento parallelo, “un sistema prostituivo”, a disposizione di un Cavaliere, diventato, dopo la separazione dalla moglie, sempre più desideroso di rapporti sessuali, anche di gruppo. E hanno ritenuto che, al centro della boccaccesca e lunga vicenda, vi sia stata l’allora minorenne Ruby, marocchina, che l’ex premier, in una telefonata da Parigi alla questura di Milano, aveva definito la “nipote di Mubarak”, allora Presidente dell’Egitto. Come si ricorderà, il 5 aprile del 2011, la Camera votò, su proposta dell’avv.Paniz, Pdl, una mozione, in cui si diede credito alla parentela di Ruby con lo spietato Rais.
Ovviamente, i sostenitori di Berlusconi sono insorti contro quello che Giulianone Ferrara ha definito “un riprovevole fenomeno di guardonismo, da Paese incivile, irrispettoso verso la privacy di un temuti avversario politico”. E Cicchitto : “è finita la certezza del diritto !”.
Agli osservatori, italiani ed esteri, balza agli occhi che se, nel novembre del 2011,nel pieno di una grave crisi finanziaria, Napolitano, in pratica, non avesse sfrattato Berlusconi da Palazzo Chigi, sarebbe rimasto a guidare il governo un personaggio, di cui ieri le rappresentanti dell’ordine giudiziario hanno licenziato un profilo tanto squallido.
E adesso cosa succederà ? Tra gli elettori e i nominati, non eletti, del Pdl- che considerano Silvio meritevole di ricevere il premio Nobel, come ha proposto, senza arrossire, un “peone”calabrese-e Berlusconi esiste, ed è molto stretto, un legame profondo. E’ impossibile ipotizzare che Alfano e gli altri dirigenti e ministri pidiellini decidano di separare le loro prospettive, politiche e ministeriali, da quelle, giudiziarie, di Berlusconi. Sul Cav.incombe anche la mannaia dell’ineleggibilità a senatore che, se accolta, il prossimo 9 luglio, potrebbe aprire la porta di S.Vittore al capo del centrodestra, anche se il Pd è diviso sulla proposta, avanzata da Grillo e Vendola.Non sappiamo se, con la sentenza di ieri, sia finito il berlusconismo. Tocca agli elettori e non ai giudici stabilire le prospettive politiche, in un Paese normale.
20 anni dopo il suo ingresso in politica, molti italiani continuano a dare molti voti a Silvio e al Pdl. Da parte loro, anche per responsabilità dei politici, che non hanno approvato la riforma della giustizia, molti magistrati, in primis quelli di Milano, sono convinti della necessita della missione, che a loro sarebbe stata affidata : quella di eliminare dalla scena politica Berlusconi. Vedremo se il giovane premier, Enrico Letta, lascerà, come hanno fatto nel ventennio trascorso i leaderini del centrosinistra, alla magistratura il compito di “sfasciare” il Cavaliere : questo era l’obiettivo di Tonino Di Pietro, nel 1993, prima di passare, poi imitato da non pochi suoi colleghi, dalle aule del tribunale a quelle del Parlamento.
Pietro Mancini