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Boldrini, la rivoluzionaria confindustriale

Dall’alto delle Istituzioni i dettagli si scorgono con minore facilità e prevale un’ottica ecumenica. Ma se si arriva troppo in alto possono sorgere vertigini… ideali.

Sta forse succedendo anche a Laura Boldrini, presidente della Camera dei deputati? Difficile dirlo, ma una sua sortita su un social network induce a una riflessione. D’accordo puntare a unire e a trovare punti di contatto fra forze e posizioni divergenti, se non opposte. Ma questo tentativo può produrre effetti pacchiani, soprattutto se a farlo è una “pasionaria” di sinistra come lei.

La presidente della Camera, già balzata agli onori delle cronache – e a meno onorevoli polemiche – per alcune sue frasi dette (sugli immigrati) e altre taciute (a difesa di alcune donne del Pdl), stupisce con una frase a effetto.

Mentre da Capri i giovani industriali lanciavano uno slogan civile ed efficientista “Scateniamoci”, la “giovane” Boldrini non è voluta essere da meno, quanto a slanci politici e passione civile. E così su Twitter l’esponente vendoliana di Sel ha cinguettato: “Giovani industriali propongono di trasformare la rivolta in rivoluzione. Il mio ruolo è istituzionale, ma con il cuore ci sto”.

Gli under 40 di Confindustria hanno sempre cercato di stupire, un po’ per bucare la comunicazione e un po’ per avere quello spazio e quelle idee che a volte i senior dell’associazione di categoria negano o trascurano. Di certo però non si aspettavano che a perorare la loro causa venisse in soccorso nientemeno che lei, la voce dei rifugiati, paladina di un’economia equa e sostenibile e… redistribuita.

Forse le frasi sono scappate alla Boldrini in un momento di distrazione, forse sono solo il risultato di un portavoce poco attento, o – ancora – una boutade per riempire le pagine dei giornali in un anonimo fine settimana. D’altronde la presidente della Camera, rivolgendosi ai giovani industriali, ha aggiunto, con un pizzico di malizia radical (chic): “Le parole che avete scelto per questa iniziativa sono di grande impatto e mi piacciono molto. Proponete di “trasformare la rivolta in rivoluzione”. Immaginate un po’, se fossi io a usare un’espressione del genere, quali sarebbero i titoli dei giornali”.

Quella della Boldrini resta in ogni caso una posizione curiosa, soprattutto per chi, come lei, solo pochi giorni fa, alla presentazione dell’ultimo libro di Walter Veltroni al Teatro Eliseo aveva bacchettato il centrosinistra proprio su questo tema. “Serve più passione – aveva detto con tono solenne – più coraggio, più nettezza alla politica. La sinistra in questi anni ha fatto troppo la destra”.

Ma le altitudini, si sa, giocano brutti scherzi. Anche se servono a guadagnare i titoli dei giornali.


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