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Chi è davvero Gianni Alemanno

Gianni Alemanno

Gianni Alemanno si trova davanti a una “mission impossible”. Domenica prossima al ballottaggio deve recuperare oltre 12 punti rispetto al suo sfidante di centrosinistra, Ignazio Marino.

Dopo aver conosciuto meglio il chirurgo del Partito Democratico grazie al racconto di Marta Leonori, Formiche.net si è rivolta all’altra parte di Roma, quella che sostiene il sindaco uscente. E per capire com’è davvero l’esponente del centrodestra, ha scelto di sentire chi qualche anno fa si era fatto condizionare da tutte le descrizioni negative che imperversano su Alemanno: Gianluigi De Palo, assessore uscente alla Famiglia, Educazione e Giovani di Roma Capitale, primo eletto con 4.090 voti nella lista civica “Cittadini per Roma”, in coalizione con Alemanno.

Assessore, lei nel 2008 votò Francesco Rutelli. Poi cos’è successo?
Nel 2008 ero prevenuto dall’immagine di “fascista” e “violento” con cui veniva etichettato Alemanno. Poi ho avuto modo di conoscerlo e ho scoperto una persona post-ideologica, libera nelle discussioni, umile, disponibile al dialogo, un grande lavoratore.

C’è qualche aneddoto in questi due anni di lavoro insieme (De Palo è stato nominato assessore nel 2011, con l’azzeramento della giunta precedente) che ci può raccontare per fotografare meglio Alemanno?
Il modo stesso in cui venni scelto è eloquente. Lo invitai come sindaco a un evento organizzato dalle Acli e dal Forum delle Famiglie di cui ero presidente e gli chiesi con insistenza di introdurre a Roma il quoziente familiare. Lui mi promise che l’avrebbe fatto. Un anno dopo mi chiamò e mi chiese di fare l’assessore per aiutare a realizzarlo. E poi posso dire che ha un appeal particolare nei confronti dei bambini, con quel suo fare concreto e spontaneo, sta subito simpatico ai più piccoli.

Come si spiega il risultato deludente del 26/27 giugno?
Un risultato oggettivamente deludente che nasce da un grande astensionismo. Se si confrontano tutti i voti dei consiglieri, la diminuzione dei voti c’è stata per tutti. Non è facile governare in un momento di difficoltà economica, non è facile governare senza soldi e con un debito di 12 miliardi di euro ereditati dalle giunte precedenti.

Ma ora bisogna pensare al voto di domenica e lunedì prossimi. Alemanno sembra puntare sul voto di cattolici e moderati per la rimonta. Da ex presidente delle Acli, pensa che il mondo cattolico voterà per lui?
Non c’è una patente di chi è più o meno cattolico ma sui principi non negoziabili come la vita e la famiglia la linea tra i due sfidanti è antropologicamente molto diversa. Marino ha le stesse posizioni dei radicali, Alemanno ha una visione senz’altro più vicina alla Dottrina sociale della Chiesa. Chi incarna maggiormente questi temi quindi è insindacabilmente il sindaco uscente. Basti pensare al fatto che sulle tre domande poste dalle associazioni cattoliche ai due candidati, solo Alemanno ha risposto.

Quanto contano i temi etici in una sfida comunale?
Molta gente pensa che siano più importanti le buche e il traffico. Io penso che sia prioritaria la visione dell’umano, della famiglia, del futuro.

In caso di vittoria di Marino, è pronto a fare opposizione in consiglio comunale?
Non vedo l’ora di rifare l’assessore qualora il sindaco Alemanno vincesse. Ma la stessa cosa vale qualora dovesse prevalere Marino: farei con uguale entusiasmo una strenua opposizione che si basa sui contenuti, non sulla persona. Auspico di poter concludere il percorso che ho avviato in questi due anni da assessore e che sulla famiglia, sulla scuola, sui giovani prevalga una visione politica dal sapore di futuro.

Un’ultima domanda. Su Facebook ha criticato il “Daje” di Marino. Perché?
Sì, perché se sei un medico di Genova non funziona, “nun se po’ fa’”: il “Daje” è dei romani. E comunque l’avrei detto anche a Alemanno se l’avesse scelto.



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