Skip to main content

Chi guiderà il fondo sovrano cinese?

Il portafogli cinese da 480 miliardi di dollari avrà presto un padrone. Dopo mesi di dibattiti e lotte di potere sembra esserci il nome del nuovo presidente della China Investment Corporation, il fondo sovrano del Dragone. Secondo quanto riporta il South China Morning Post, sarà a breve annunciato il nome di Ding Xuedong, attuale vicedirettore generale del Consiglio di Stato, l’organo esecutivo della Repubblica popolare.

Cinquantatré anni, già viceministro delle Finanze tra il 2008 e il 2010, Ding siederà su una poltrona vacante da marzo, da quando cioè Lou Jiwei, che contribuì alla nascita del fondo nel 2007, è stato promosso ministro delle Finanze nell’ambito del decennale cambio di dirigenza al vertice dello Stato.

“L’annuncio ufficiale dovrebbe arrivare a giorni”, ha detto una fonte che ha preferito restare anonima. Il vertice del fondo era l’unico dei pilastri economici cinesi rimasto scoperto dopo il rimpasto dirigenziale. Tutte le altre caselle – Banca centrale, Banca cinese per lo sviluppo e i quattro grandi istituti controllati dalla Stato – avevano invece trovato la loro guida.

Il processo di selezione, ricorda il quotidiano di Hong Kong, rimane del tutto oscuro, sollevando l’interesse della comunità finanziaria globale. Nelle scorse settimane erano circolati diversi nomi, tra cui quello di Ning Gaoning, numero uno della China National Cereals, Oils and Foodstuffs Corp e di Huang Qifan, attualmente sindaco di Chongqing.

Alcuni dei candidati di cui si è parlato negli ultimi tre mesi avevano declinato l’offerta, si dice per il timore di investimenti fatti dal fondo che potrebbero comportare il rischio di perdite nei prossimi cinque anni.

Ad altri è invece mancato il consenso nell’esecutivo, sia per le proprie esperienze sia per le convinzioni in materia economica. Quella di Ding è pertanto considerata una scelta sicura. Ha legami con i componenti del governo ed esperienza all’interno del ministero delle Finanze. Pecca invece sul fronte del mercato internazionale. E qui sorgono i primi dubbi, conclude il quotidiano.


×

Iscriviti alla newsletter