Conclusa la saga delle amministrative 2013, tre brevi riflessioni tre sui risultati.
La prima: Enrico Letta può stare tranquillo, ammesso che lo sia. Nessuna influenza diretta sulla sorte futura del suo governo: le possibili perturbazioni e turbolenze potranno arrivare tra qualche giorno dalla Consulta. Al momento, data anche la débacle dei candidati grillini e la discussione interna al movimento stellato, tutto si congela. In sospeso… come le decisioni che è chiamato a prendere.
La seconda riguarda il sonoro ceffone ricevuto dal centrodestra in tutte le principali amministrazioni e, paradossalmente, il rafforzamento della leadership carismatica di Berlusconi in crescita nei sondaggi nazionali. Nel merito, Roma rappresenta solo il caso più eclatante. Al di là dell’antipatia spesso malcelata nei confronti dell’ex sindaco Alemanno, laddove il Cavaliere non scende direttamente in campo, non limitandosi a sole dichiarazioni di supporto puramente di circostanza, il centrodestra perde. E perde male. Quanto poi questa sconfitta interessi o disturbi Berlusconi è tutto da verificare. Personalmente, in questa fase, credo poco, occupato com’è nel suo ruolo di paladino del decisionismo e dell’orgoglio italiano nel confronti della kaiser Merkel. Tuttavia, se fossi un dirigente del Pdl, inizierei a preoccuparmi della sorte e della salute del Cavaliere…
Infine la terza, a mio avviso, la più significativa. Vincitrice assoluta della tornata amministrativa è l’astensione. Trattandosi appunto di elezioni cittadine, non bisogna cadere nell’errore di individuare la causa della disaffezione al voto imputandola alla rabbia ed alla protesta dei cittadini. Troppo facile, non è così. Mancava l’apprezzamento per i sindaci uscenti ed un’offerta alternativa, i candidati, che potesse convincere ad andare a votare. Riferendosi sempre a Roma, Ignazio Marino non era il preferito dal Pd ed ha vinto con il 60% di preferenze di solo il 30% circa dei romani. Per citare il suo ex segretario, è arrivato primo, ma non ha vinto: ora dovrà coprire le buche ed apprendere al più presto i nomi dei giocatori di calcio della Roma e della Lazio. Da domani, la vita romana riprende con i suoi vizi e le sue virtù. Parafrasando quel che si dice per il Capo dello Stato che la città ospita: morto un sindaco se ne fa un altro.