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Conflitto d’interessi: vale solo per Berlusconi? E Monti? E Letta?

Il conflitto d’interessi per il piu’ volte Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e’ come la palla di piombo ai piedi del carcerato: se ne parla da un Ventennio e piu’ se ne parla, piu’ somiglia ad un fantasma che aleggia nell’aria. Di concreto non si e’ fatto nulla! Il Paperon de’ Paperoni compare, periodicamente, nelle aule dei Tribunali con le accuse piu’ disparate: l’ultima per favoreggiamento della prostituzione minorile e per concussione, condanna a sette anni di reclusione ed interdizione perpetua dai pubblici uffici. Stante la presunzione d’innocenza, che non puo’ esser disconosciuta, bisognera’ attendere ancora. Intanto il conflitto d’interessi resta li’ sul tavolo: si regolamenta, non si regolamenta? E poi si applica o non si applica la legge del 1957 n. 361 sull’ineleggibilita’ per chi e’ proprietario di concessioni pubbliche? Da quando, nel 1994, Berlusconi, ha annunciato “la salita” come dice Mario Monti, o “la discesa”, come si usa dire, in politica, quella legge e’ restata al palo: non e’ stata evocata ne’ applicata. E Berlusconi ha continuato ad essere eletto dal voto popolare e il conflitto d’interessi a restare inevaso. Ma, e’ solo una curiosita’, se e’ vero, come e’ vero, che per Berlusconi esisterebbe, ed esiste, un reale conflitto d’interessi, perche’ non dovrebbe esistere per altre situazioni? Per chi, ad esempio, da tempo siede al Bilderberg o alla Trilaterale o ha avuto o ha incarichi vari di consulenza con grandi banche d’affari come la Goldman Sachs o ancora fa parte di club o associazioni come l’Aspen Institute? Non furono interdetti quanti risultarono a suo tempo iscritti alla P2? Uno Stato di diritto, forte, serio e responsabile, dovrebbe, anzi deve sapersi tutelare adegutamente da situazioni che sono poco limpide e poco chiare, per cui si puo’ diventare Premier solo dopo poche settimane aver partecipato ad un summit del Bildeberg! Solo coincidenze? Non si tratta di complottismi! Ma di chiarezza, di stili di vita, di modi d’essere di un certo tipo che, per chi fa politica ed e’ pertanto un uomo pubblico, dovrebbero essere anzi sono fondamentali: rettitudine, trasparenza, rigore dovrebbero essere a prova di bomba! In questi giorni, mi torna in mente cosa rispose, ‘il partigiano Rio’, ad un  compagno che gli chiedeva: cosa ti ha insegnato la vita? “A essere onesto, innanzitutto”. L’onesta’ e’ un modo d’essere, e’ coerenza tra dire e fare, e’ rigore con se stessi, e’ non ingannare gli altri! Il ‘partigiano Rio’ un laico tutto d’un pezzo conosceva assai bene il fascismo per averlo combattutto e battuto anche se non come aveva immaginato. “[…] Non pensate che il fascismo sia soltanto violenza. Quanta gente nel ’21-’22 del fascismo ripudiava i metodi, ma non i fini! […] In coloro che oggi pensano essere il fascismo soltanto violenza c’e’ una probabilmente inconscia ipocrisia di tal genere: il fascismo e’ anche violenza […] ma finalizzata alla conservazione di certi poteri e di certi privilegi. E’ questo un giudizio essenziale per potere comprendere il fascismo di ieri ed efficacemente combattere il ben piu’ pericoloso fascismo di oggi”.



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