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Consigli per l’estate

Se non avete ancora scelto dove andare a trascorrere le vacanze estive, se siete alla prese con il budget, ovvero con quei pochi piccioli che vi sono rimasti in tasca dopo aver pagato imu, tarsu e ottemperato alle scadenze fiscali che annebbiamo più dell’afa l’orizzonte nelle sere estive,eccovi qualche suggerimento.

Se siete amanti del mare ma non vi dispiace la campagna e quindi quella scocciatura di prendere la macchina per fare pochi chilometri, meno di cinque, per raggiungere la spiaggia dove la Madonna dei Mulici parteggiò per il valoroso Ruggero contro l’emiro Belcane, andate a passare qualche giorno alle Chiuse di Guadagna, vicino Scicli in provincia di Ragusa in Sicilia.
A n d a t e c i.

Fate come chi scrive. Quando siete ormai al lumicino delle energie dopo un anno di lavoro, e volete staccare completamente la spina da impegni, assilli e preoccupazioni, non avete che andarvi a immergere nella terra che a Marzo dà le migliori primizie. Parte di quella che costituisce l’intero fondo che, con lungimiranza secolare, il Decano Carpinteri decise di acquistare. Ettari e ettari di terra buona baciata dall’alito del Mediterraneo e dagli starnuti delle perturbazioni che da quelle parti arrivano con la delicatezza delle sole ciglia e che va dalla Cava di Nacalino a Nord ed Est fino al rigonfiamento collinare che separa il Fondo dal Mediterraneo che bagna Sampieri e Marina di Modica.

Andate e fatevi indicare dall’oste l’angolo della casa colonica dove sorge un accampamento di fichi d’india, lì di fianco a una montagna spontanea di rosmarino. Sprofondate in quella terra in mezzo al giardino di limoni, arance e mapi e seppellitevi. Entrate a contatto col calore delle zolle che vi restituiranno l’armonia col creato, che vi proteggeranno come il liquido amniotico.
Al tramonto,poi, guardate il sole tramontare dietro all’oceano di carrubi e ulivi che diventano un unico riverbero verde sotto a una buccia che ha i colori dell’ocra. E quando il nero della matita, che mette l’occhio della vostra donna in evidenza facendola berbera, ispessirà il suo strato avendo la meglio dell’ocra prendete la caffettiera. E non per il caffè. Ma come i nonni per raccogliere il frutto di quella pianta dalle mani callose come quelle di chi quella terra ha da sempre lavorato e accudito. Fatevi spiegare come si aprono e mangiano i fichi d’india e fate cena solo di essi bevendoci sopra un bel moscato freddissimo.

Dopo aver visitato, rigorosamente alla sera per evitare di farvi prendere per ottusi polentoni, le più belle Chiese Barocche del Mondo a Modica, Scicli e nella poco più distante Noto (20 chilometri), baciate dalle luci che esaltano le facciate pulite con i piccioli di Montalbano, serie infausta seconda per disgrazia solo al Gattopardo, tornate alle Chiuse e mettetevi seduti spanzati sulle sdraio che l’oste ha sistemato per voi nel baglio. La via lattea si presenterà ai vostri occhi, compresa nel prezzo, meglio di qualunque osservatorio astronomico, meglio di qualsiasi planetario.

L’isolamento acustico e luminoso di questo angolo di mondo è tale che il carro di Apollo vi sembrerà cadervi sulla testa. Fatevi poeti e lasciate correre la fantasia. In coppia, con i figli, o con amici, vivete momenti di solitudine. Intimissimi e privatissimi. Fantasticate del creato e riscoprite quell’orizzonte di cui le città vi privano per tutti gli altri mesi dell’anno. Sentitevi atomi democritei sospesi in un universo che ha ancora delle straordinarie capacità di recupero malgrado le litanie disfattiste di chi con l’economia, la politica, e con tutte le altre sovrastrutture cerca di convincervi che esiste l’inferno.

Scegliete la vacanza e datele il taglio che più vi piace. Potete farla culturaleggiante e quindi snobbare un mare fantastico per dedicarvi solo alla visita dei tanti, tantissimi luoghi d’arte. Potete farla culturaleggiante ma elitaria e interessarvi di quel gruppo di artisti della Scuola di Scicli capitanata da Guccione che, appena qualche carrubo più in là, dipinge la marine più belle del mondo. Oppure, se siete ecologisti, purtroppo per voi, potete viverla con la bicicletta tra le gambe percorrendo cave e sterrati che vi condurranno in anfratti che sono ancora incontaminati: la Valle dell’Irminio o la stessa Cava di Nacalino.

Se siete giovani e amate il chiasso, una serie di locali sulla spiaggia da Sampieri a Marina di Ragusa passando per Donnalucata, vi terranno svegli con tantissimi eventi e animazione fino alle prime luci dell’alba. Dalle 4.30 in poi, sappiate che il grandissimo Solarino che ha il suo laboratorio sulla Pozzallo – Marina di Modica, uscita Maganuco, (occhio andate piano), inonderà l’aria della fragranza dei suoi cornetti che chi dorme troverà nei vassoi del bar di mezza provincia solo la mattina dopo. Andate dopo l’ultima birretta, quella defatigante, davanti al laboratorio dove la signora che pare non invecchiare mai accoglierà le vostre ordinazioni per una colazione anticipata.

Non so se vi ho convinto. Ho voluto soddisfare il desiderio di fornire un’alternativa. Perché credo che sia da scappati di casa prendere un pacchetto all inclusive per andare in quei posti terribili che stancano solo a sentirne il nome come Sharm el Sheik. Luoghi esotici dove vi rinchiudono in un albergo che le stelle le ha solo sotto la denominazione nella placca accanto alla porta di ingresso. Assieme con altri italiani come voi a mangiare cibo italiano cucinato da cuochi che in Italia no sono forse mai stati e fare di ogni giorno lo stesso giorno.
Ma chi ve la fa fare di prendere quei voli charter che sono come dei tubi ad aria compressa che, tipicamente nel cuore della notte, negli orari più disparati, vi spediscono direttamente dentro l’albergo che fa parte del pacchetto per risucchiarvi otto giorni e sette notti dopo.

Andate in Sicilia, alle Chiuse di Guadagna. E sappiate che se entrate in sintonia con quei luoghi, alla sera, specie nella seconda metà di Agosto, quando l’anticiclone inizia a smarrire parte del suo vigore, il vento ponente che rinforza anche alla sera vi porterà quella voce, quella lontana e lamentosa dell’anima del saraceno che ancora dopo secoli e secoli alberga dentro al fusto degli ulivi. Unica sentinella di luoghi senza tempo.

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