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Conti correnti, come difendersi in caso di controlli fiscali

Conti correnti

Per difendersi dai controlli fiscali è bene conservare traccia di ogni operazione importante sul conto corrente, dai pagamenti ai prestiti.

 

Per tenere al sicuro i propri risparmi, ma anche per la comodità di farsi accreditare lo stipendio, domiciliare le utenze domestiche, e avere tutto nello stesso posto, avere un conto in banca è sicuramente più comodo che tenersi i soldi nascosti in un barattolo nella credenza in cucina. E per scegliere quello giusto si possono mettere i conti correnti dei migliori istituti di credito a confronto, in modo da avere una panoramica completa di ciò che il mercato oggi mette a nostra disposizione. Ma non siamo i soli a voler tenere d’occhio i nostri risparmi, perché ci pensa anche l’Agenzia delle Entrate.

 

Si chiama Sistema Interscambio Dati, abbreviato Sid, ma è stato già definito il Grande Fratello. Il Sid, già attivo, è infatti il sistema attraverso il quale il Fisco può controllare il nostro conto corrente bancario e rilevare eventuali anomalie anche attraverso il meccanismo dell’incrocio delle banche dati. L’obiettivo è quello di stanare gli evasori fiscali grazie alle banche, che sono chiamate a fornire le informazioni non solo sui conti correnti tradizionali, e su quelli online, ma anche sugli investimenti nel risparmio postale e, tra l’altro, anche sulle polizze assicurative.

 

Si tratta quindi di una montagna di dati con cui il Fisco andrà a caccia di potenziali evasori misurando e confrontando il reddito di vita reale dei contribuenti (analizzando anche assicurazioni, conti deposito e altre fonti di risparmio o guadagno) con gli importi effettivamente resi noti all’Agenzia delle Entrate in sede di dichiarazione dei redditi. Nel dettaglio, attraverso il Sid il Fisco rileverà quei contribuenti il cui andamento delle spese effettive supera del 20% il reddito dichiarato.

Ragion per cui i contribuenti che si mantengono sotto tale soglia non saranno poi oggetto di ulteriori accertamenti e verifiche da parte dell’Amministrazione finanziaria dello Stato. Ma come difendersi dal Sid? Ebbene, se scatta l’accertamento spetta al contribuente fornire l’onere della prova, ragion per cui chi vive in piena legalità farebbe bene sin da ora, se non l’avesse fatto in passato, a spendere il denaro in modo tale che tutto sia tracciabile.

Quindi sono da prediligere i bonifici online, i pagamenti con carta di credito e con il Bancomat, e quando non è possibile è bene conservare tutto, dagli scontrini alle ricevute e passando per le fatture. Le movimentazioni extra-conto, infatti, possono far sorgere potenziali situazioni di evasione specie se sono ripetute nel tempo, così come quando si fa o si riceve un bonifico è sempre bene che le causali siano ben dettagliate. In questo modo un contribuente in buona fede avrà magari da gestire qualche fattura o ricevuta in più, ma il Fisco in caso di accertamento non potrà rilevare alcuna irregolarità.

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