“Fermiamoci un attimo, senza cadere in una spirale che non ci porterebbe a fare le riforme o a non farle al meglio”.
Prende tempo e invita a “non fare i tifosi”, Guglielmo Epifani alla sua prima direzione Pd da segretario. E nel farlo sembra rispondere indirettamente a Matteo Renzi che aveva invitato a darsi una mossa su questo tema.
Il traghettatore del Partito Democratico ha elencato i vari appuntamenti che scandiranno il percorso sulle riforme: bisognerà tenere “un seminario”, poi un dibattito in “direzione” e quindi una “consultazione degli iscritti”, il tutto “lasciando fuori il governo e il presidente della Repubblica”. Insomma una cosa è la decisione del governo guidato da Enrico Letta, un’altra cosa la decisione che prenderà il partito.
Epifani non ha citato il presidenzialismo tra le priorità da mettere in agenda: “Al primo posto, il superamento del bicameralismo. Al secondo la riforma del Titolo V della Costituzione, nella difesa del ruolo delle Regioni. Al terzo, la forma governo e la legge elettorale”.
Epifani ha promesso il congresso entro il 2013 ma ha anche avvertito che va “preparato per bene e dal basso”. E per farlo sarà nominata una commissione ad hoc. Tra i temi da affrontare ci sarà poi, ha annunciato, la separazione dei ruoli tra segretario e candidato alla premiership.
Epifani ha poi rivelato chi farà parte della sua squadra. Si tratta di 15 nomi che rispecchiano le varie correnti del partito, tra cui quella renziana con Luca Lotti, età media piuttosto bassa che in rete sembra riscuotere consenso.
A sorpresa ne fa parte anche Matteo Colaninno: l’imprenditore con cui molte volte Epifani si era scontrato nei suoi anni da segretario della Cgil, fa ora parte del suo gruppo di governo.