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Ecco quando Facebook e Twitter possono costare il posto di lavoro

Prima di condividere una foto su Facebook o pubblicare un’informazione su Twitter meglio pensarci bene, soprattutto se si è in cerca di lavoro. Lo dice uno studio della società inglese “On device research” secondo cui 1 persona su 10 fra i 16 e i 34 anni ha perso un’occasione di lavoro a causa del proprio profilo su un social network.

La ricerca si è basata sulle interviste a 6.000 giovani di sei Paesi diversi, Cina, India, Nigeria, Brasile, Stati Uniti e Regno Unito. Dalle interviste è emerso che i due terzi degli intervistati non è preoccupato dall’influenza di quello che scrive online sulla carriera o sulla possibilità di trovare lavoro e sostiene di curare la propria identità digitale pensando più agli amici che al lavoro.

Una percezione dunque molto personale di pagine che sono sì private, ma facilmente accessibili in molti casi o in altri del tutto pubbliche. Sintomo anche di una cultura digitale ancora in via di formazione, seppure alla fine sono sempre le stesse regole da seguire: pensa prima di fare qualsiasi cosa, che si tratti di parlare, pubblicare una foto o inviare un tweet, la sostanza non cambia.



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