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Evasione fiscale, economia sommersa costa al Paese 333 miliardi

Evasione fiscale

La tracciabilità dei pagamenti offerta dalle carte di pagamento può essere un valido aiuto nella lotta all’evasione fiscale: lo sostiene Visa.

 

L’utilizzo della moneta elettronica ha numerosi vantaggi, anche ai fini della lotta all’evasione fiscale. Non sorprende, infatti, che in Italia ci sia una correlazione fra l’economia sommersa e lo scarso uso di questi strumenti di pagamento che vengono “snobbati” in favore del denaro contante. In particolare, stando a quanto emerge da un’indagine condotta da Visa, nel nostro Paese l’economia sommersa ha un volume di affari di 333 miliardi (vale a dire il 21% del Pil). Ma non si dovrebbe snobbare uno strumento così utile e pratico, anzi, bisognerebbe mettere le carte di credito più vantaggiose a confronto in modo da trovare quella più adatta alle nostre esigenze.

 

L’espressione economia sommersa indica qualsiasi attività economica che abbia la particolarità di sfuggire all’osservazione statistica. Può essere intesa come un complesso di flussi che risultano paralleli a quelli reali e rintracciabili e che quindi emergono dalle valutazioni contabili nazionali.

 

Rispetto al 2012, quando i miliardi stimati erano 338 (21,6% del Pil), quest’anno Visa riscontra nel nostro Paese una lieve contrazione, che comunque non sembra bastare visto che l’Italia si posiziona in terza posizione, preceduta solo dalla Turchia (27%) e dalla Grecia (24%).

Nell’Europa orientale si tocca persino il 31% con la Bulgaria a fare da capofila. A seguire la Croazia, la Lituania e l’Estonia con il 27%, lo stesso valore percentuale riscontrato per la più vicina Turchia.

In Germania, nel 2013 l’economia sommersa risulta leggermente in diminuzione rispetto all’anno precedente: secondo le stime Visa, si è passati dai 361,6 miliardi del 2012 (13,3% del Pil) agli attuali 350,7 miliardi (13%). In Francia l’economia sommersa sorpassa i 200 miliardi di euro (10% del Pil), mentre in Inghilterra, dove prevale l’uso dei pagamenti elettronici, l’economia sommersa ha un’incidenza minore, pari ad appena il 10% del Pil nazionale (189 miliardi).



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