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Finmeccanica ed F-35, punture di spillo e prospettive

Al convegno Iai-Centro studi sul federalismo, sulle prospettive della difesa europea nell’austera e solenne atmosfera di Palazzo Salviati, sede del Casd (Centro alti studi della difesa) le polemiche sulla mozione parlamentare sugli F35 sono giunte ovattate, rimbalzando tra qualche inciso degli interventi.

A rompere l’atmosfera diplomatica è stato soprattutto Fabrizio Cicchitto, il presidente della Commissione esteri della Camera, che ha ricordato come il Parlamento sia importante “purché si sappia che la difesa non è un demone da esorcizzare”.

Insomma, la parlamentarizzazione del programma di acquisto dei caccia multiruolo della Lockheed-Martin non è negativa di per sé, basta che non venga forzata al punto da costringere il Ministro a riferire anche dell’acquisto di qualche jeep, ha detto Cicchitto con un paradosso.

Altri intervenuti al convegno hanno sottolineato come la discussione parlamentare di mercoledì sia stata proficua, costringendo le forze politiche a misurarsi con un tema che è fondamentale per la sicurezza democratica.

Nicola Latorre, presidente della Commissione difesa del Senato ha tuttavia contestato, in quel dibattito, un “approccio radicalmente sbagliato” e ideologico, laddove il tema centrale è come rinnovare le forze armate, non la dicotomia pace/guerra. Ha inoltre riconosciuto il “modo approssimativo” di trattare le questioni della sicurezza della sua parte politica.

Punto di contatto fra i partecipanti l’idea di un allineamento generale degli interessi industriali e della politica, secondo una prospettiva non dirigistica ma che metta a fattor comune sforzi diplomatici e attività commerciali delle imprese della difesa, a partire dalla multinazionale industriale per eccellenza del settore, Finmeccanica.

In questo contesto attento alla base industriale-militare Latorre ha definito questa “una legislatura costituente per il sistema della difesa”, riecheggiando la proposta del sottosegretario alla difesa Roberta Pinotti che vorrebbe lanciare un tavolo per produrre risultati concreti già nel Consiglio europeo di dicembre, quando si ricomincerà a parlare di difesa comune dopo ben 5 anni dall’ultimo appuntamento.


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