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Finmeccanica? Prima un piano definitivo, poi le nomine

Fare presto, fate presto. E’ l’auspicio pressante che arriva da più parti per integrare il board monco di Finmeccanica. In questo modo la partita di Finmeccanica viene automaticamente inclusa nel dossier generale sulle nomine che interesserà prossimamente le altre partecipate del Tesoro quando andranno in scadenza i vertici. Per questo c’è stata la mozione bipartisan da cui si è sfilata Scelta Civica.

Come sottolinea Roberto Mania su Affari&Finanza, non c’è da aspettarsi nessun ribaltone nell’azienda “coinvolta in una sequela di scandali e ora guidata da Alessandro Pansa, destinato ad essere confermato. L’assemblea del 4 luglio dovrebbe nominare i due nuovi consiglieri (al posto di Orsi e di Franco Bonferroni, ammini-stratore in quota Udc e dimessosi dopo essere stato coinvolto in un’altra inchiesta giudiziaria) tra i quali ci sarà il prossimo presidente che prenderà il posto dell’ex ammiraglio Guido Venturoni, attuale vice presidente anziano”.

Ma far rientrare il reintegro del cda di Finmeccanica nel dossier complessivo nomine è corretto fino a un certo punto. Infatti più che di nomine Finmeccanica deve discuter di quale sia il profilo più consono per il gruppo e anche per l’Italia.

Anche se il capo azienda di Finmeccanica ha detto a Repubblica che il gruppo ai concentrerà su aerospazio e difesa, all’interno della maggioranza di governo e in particolare nel Pd si pensa che la società partecipata dal Tesoro non debba fuoriuscire dai settori civili in corso di dismissione.

In questo quadro, dunque, le nomine non possono che essere un corollario rispetto alla decisione fondamentale sul perimetro aziendale che deve avere il gruppo partecipato dal Tesoro.
In altri termini va definitivamente chiarita la mission di Finmeccanica e la sua proiezione internazionale, geopolitica e sistemica. Invece far prevedere le nomine rispetto alla definizione della sua strategia è come mettere il carro davanti ai buoi.



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