E’ troppo scontata la definizione di “sentenza politica” per un verdetto che, tuttavia, produrrà conseguenze politiche e sarebbe sbagliato e riduttivo analizzare con i criteri e le categorie del diritto e della procedura penale. Meglio parlare di verdetto, discusso ebdiscutibile, che divide il Paese e riporta il Pd e il Pdl su trincee contrapposte. Anche se dal 1994 sono trascorsi 19 anni e Letta, a differenza dei leader del PDS, Occhetto e Violante, sembra in grado di tenere al riparo l’esecutivo dall’ennesima bufera giudiziaria.
Secondo Piero Ostellino, ex direttore del “Corriere della sera”, che ha scritto il suo commento su “Il Foglio”, con la stangata di ieri, è stato introdotto un precedente : si può eliminare un avversario politico per via giudiziaria. Ostellino, che non è un elettore di Berlusconi, ha sostenuto che le tre giudici del tribunale di Milano hanno promosso una “rivoluzione proletaria”.
In una fase di gravi difficoltà finanziare, di instabilità politica, sarebbe preoccupante che l’Ordine giudiziario venisse ritenuto dalla maggioranza dei cittadini non più terzo e imparziale, ma schierato “contro” il leader di uno schieramento politico, legittimato dal voto di milioni di elettori.
Come la pensa Napolitano sulla sentenza, che sta dividendo gli italiani, come, peraltro, avviene da 20 anni ? La ritiene, al pari di Giuliano Ferrara, un “atto di ingiustizia puritana” ? E boccia, o condivide, il Capo dello Stato, che è anche il Presidente del Consiglio superiore della Magistratura, l’opinione dello scrittore inglese Martin Amis, secondo cui i giudici sono intervenuti su questioni strettamente private ?
Sarebbe importante che Napolitano si esprimesse, con il peso della sua autorevolezza e della sua credibilità, interna e internazionale.
Nell’attesa, anche quanti non sono amici del leader del Pdl e non lo apprezzano non possono non manifestare non poche perplessità. Nella vicenda Ruby, Ilda Boccassini ha inquisito l’ex premier, senza una denuncia di parte e senza prove certe di sesso tra l’imputato e una minorenne e di concussione.
Inoltre, la dottoressa Giulia Turri e le altre 2 togate hanno trasmesso alla Procura le dichiarazioni di 32 testimoni, quasi tutti della difesa, affinchè proceda nei loro confronti per falsa testimonianza. Tra questi, la giovane funzionaria della questura di Milano, Giorgia Iafrate, di turno la sera della telefonata di Berlusconi, che disse che la pm Fiorillo autorizzò l’affidamento di Ruby alla Minetti. La Fiorillo lo negò e,paradossalmente, è stata ritenuta credibile e degna di fede dal tribunale anti-Cav. Mentre il CSM le ha inflitto una sanzione disciplinare per aver polemizzato, in Tv, con la ricostruzione in Parlamento dell’allora ministro dell’Interno, Maroni.
Tanti elementi strani in questa inchiesta, che fu rivelata all’opinione pubblica italiana e mondiale da uno scoop, il 26 ottobre, del “Fatto Quotidiano”. E, non a caso, il giornale, capofila del fronte colpevolista, ha scaricato la domanda più delicata sulle gracili spalle del Pd e di Enrico Letta, che governano il Paese con Berlusconi, ieri condannato così duramente : cosa ci fate al governo con lui ?