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I democristiani rifondino il Partito popolare europeo

Se Cofferati, immemore del bel “regalo” che Occhetto fece al leader milanese, dopo che il PSI appoggiò la richiesta del PCI-PDS, di entrata nell’Internazionale socialista, torna sull’argomento, invitando il PD a superare le residue titubanze: basta con l’ambigua adesione al gruppo parlamentare europeo “ S&D” e immediato ingresso nel PSE, dovremo meditare.

Con netta determinazione Cofferati afferma: “il Pd non puo’ ulteriormente eludere la questione: deve far parte come membro di diritto del Pse, magari insieme a Sel, anche perché nel 2014 c’è la straordinaria opportunità della guida della Commissione europea con un autorevole candidato, come Martin Schulz”.

Saranno felici le due “pasionarie” Bindi e Puppato, forse un po’ meno i vecchi amici DC popolari, come Marini, Castagnetti, Fiori e Merlo, anch’essi, come molti di noi, “DC non pentiti”.

Almeno Cofferati non ha peli sulla lingua e, sarà forse per la necessità di chiarezza nello scontro precongressuale del PD, non le manda a dire. Si attende la reazione di Guglielmo Epifani, vecchio sindacalista socialista, successore di Cofferati alla guida della CGIL e oggi segretario del PD.

Così tra un Cavaliere dimezzato, che punta alla successione familiare con Marina, facendo la gioia di un vecchio liberal-libertino come Galan, contento di ritrovarsi come all’inizio della sua carriera tra Publitalia e la Fininvest, e un PD in corsa verso l’adesione al PSE, a noi vecchi e nuovi “DC non pentiti” non ci resta che ricomporre tutte le nostre forze sparse e concorrere da democratici cristiani alla costruzione della sezione italiana del PPE, da ricondurre ai valori fondanti dei padri Adenauer, De Gasperi, Schuman.

A Gianni Fontana, con la ricostituita associazione politico culturale “Democrazia Cristiana”, dopo lo scandalo delle contraddittorie sentenze giudiziarie seguite a quella incontestabile e definitiva della Cassazione n.25999 del 23.12.2010 ( “la DC non è mai stata giuridicamente sciolta”), il compito di rimettere in campo il partito dei “Liberi e Forti” per ridare speranza all’Italia.

E con lui quanti come noi che, senza velleità personali, sono interessati a consegnare i valori e la bandiera del glorioso scudo crociato alle nuove generazioni laiche e cattoliche per l’affermazione del bene comune.



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