Va tutto bene madama la marchesa. Si intravvedono spiragli di ripresa, i conti pubblici tengono, sono stati approvati i primi provvedimenti per la crescita e presto si taglierà la spesa per poter ridurre le imposte su lavoro e impresa. Va tutto bene madama la marchesa e la finanza pubblica non è opaca, come dicono quei bricconcelli del Financial Times o di Renato Brunetta.
E’ questa la prima, e forse troppo emotiva, sensazione che si trae dall’intervista di Fabrizio Saccomanni al Corriere della Sera che ha risposto alle puntuali domande della giornalista Antonella Baccaro. Forse troppo emotiva, dicevamo, perché le dichiarazioni del ministro dell’Economia sembrano improntate a una ordinaria e rassicurante ordinaria amministrazione.
D’altronde, stando al Tesoro non si può non essere fiduciosi sulle condizioni dell’economia e sullo stato della finanza pubblica. Se pure dai principali ministri provenissero parole di pessimismo o scoramento, allora le aspettative di cittadini e aziende peggiorerebbero vieppiù.
Eppure proprio dal saggio Saccomanni ci si aspetterebbe qualche progetto più robusto ad esempio in materia di abbattimento del debito pubblico, qualche piano più puntuale per ridurre in maniera selettiva la spesa pubblica, qualche operazione meno cosmetica come le coperture per congelare l’Iva e parole meno di prammatica sull’azione dell’Italia in Europa per scardinare la mortifera austerità.
Certo, i parolai e i venditori di fumo sono sovente più pericolosi dei pragmatici e poco tonitruanti ministri, però al di là della perfetta freddezza ragionieristica e delle prossime tattiche del ministero dell’Economia, dalla intervista di oggi non si trae una chiara visione strategica dell’esecutivo, tranne una positiva e concreta ordinaria amministrazione.
Ma speriamo, ovviamente, di sbagliarci.