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La Cina vola nello spazio

È stata una giornata da grande potenza quella di ieri per la Cina. In ventiquattro ore e quando sono trascorsi appena due giorni dalla fine del vertice californiano tra Obama e il presidente Xi Jinping, il Dragone ha lanciato la sua più lunga missione spaziale con equipaggio, ha visto la sua prima portaerei salpare per una traversata di prova e un sommergibile immergersi alla volta del Mar cinese meridionale.

La stampa cinese ha dato ampio risalto al lancio dello Shenzhou-10, il “vascello divino” con a bordo tre membri dell’equipaggio, tra cui la seconda astronauta cinese ad andare in orbita. La missione durerà due settimane, ha detto la portavoce del programma Wu Ping. Pechino mira ad avere una propria stazione orbitante e mandare un uomo sulla Luna entro il 2020, quando la stazione spaziale internazionale lascerà lo spazio.

Sebbene il programma cinese sia quarant’anni in ritardo rispetto quelli degli Stati Uniti e della Russia, Pechino sta avanzando velocemente nella corsa allo spazio. La missione è la quinta con equipaggio per la seconda economia al mondo. Il primo astronauta cinese fu nel 2003 Yang Liwei, diventato un eroe nazionale dopo 21 ore passate in orbita.

Lo Shenzhou-10 dovrà agganciare il Tiangong-1, il palazzo celeste, ossia il laboratorio messo in orbita a settembre del 2011. L’equipaggio è composto dal generale maggiore Nie Haisheng, che prese parte alla missione dello Shenzhou-6 nel 2005 e cui spetterà il compito di agganciare manualmente la navicella al modulo Tiangong-1. Il comandante della missione sarà coadiuvato dall’assistente Zhang Xiaoguang e dalla 33enne Wang Ping, seconda cinese nello spazio dopo la missione di Liu Yang a giugno dell’anno scorso, che oltre a essere responsabile nel monitorare le condizioni della navicella e l’andamento degli esperimenti, darà lezioni in videoconferenza agli studenti cinesi.

Come già russi e statunitensi anche per i cinesi il programma spaziale ha sia obiettivi civili e scientifici sia militari. Numerosi osservatori occidentali, scrive il Financial Times, scrutano le possibili applicazioni militari del programma cinese. In particolare si guarda ai sistemi satellitari usati dall’Esercito popolare di liberazione per la gestione dei sistemi antimissile. Allo stesso tempo i satelliti per le comunicazioni sono diventati un business per Pechino, cui fanno ricorso gli stessi Stati Uniti. Una volta che la Shenzhou-10 tornerà sulla Terra, la Tiangong-1 terminerà la sua missione durata due anni e gli ingegneri cinesi, scrive il quotidiano londinese, potranno concentrarsi sul lancio della Tiangong-2 vero mattone della futura stazione spaziale cinese.

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