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Il vero scudo di Letta e Saccomanni

Lo scorso 23 maggio, Edoardo Narduzzi ha osservato su Italia Oggi che il nuovo esecutivo ha provveduto in tempi piuttosto stretti a sgomberare i posti chiave nel ministero dell’Economia – come la casella del Ragioniere Generale e le posizioni nel Gabinetto – e a occuparli con tecnici targati Bankitalia, di grande fiducia del nuovo ministro e del suo staff.

Secondo Narduzzi, non può trattarsi di un caso né di una pulizia etnica gratuita: l’Italia si sta preparando a chiedere lo scudo antispread, e il presidio dei punti chiave è fondamentale per assicurare una gestione coordinata degli effetti operativi dell’attivazione italiana dello scudo antispread.

Peccato che proprio quello scudo – l’OMT di Draghi – si trovi da settimane sotto attacco da parte della Bundesbank tedesca, e che il prossimo 11-12 giugno a Karlsruhe la Corte Costituzionale tedesca terrà audizioni pubbliche sui rilievi di incostituzionalità mossi al bazooka di Draghi.

Fino al giorno della pronuncia finale, converrà tenere un profilo basso e proseguire con la “Als ob Strategie”, la strategia del “come se”: comportarsi già ora secondo lo spartito richiesto dallo OMT, pur non avendo formalmente avanzato alcuna richiesta.

A questo blog la soluzione ricorda in forma più evidente quanto tentato – e mai riuscito – da Mario Monti con la sua agenda elettorale. Che era molto simile, per non dire identico, alle clausole di condizionalità dello scudo antispread.



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