Skip to main content

Unicredit, Intesa e il de profundis del vecchio sportello bancario. Report Kpmg

Addio vecchio sportello bancario. La crisi economico-finanziaria che ha colpito i mercati a partire dal 2008 ha avuto importanti ripercussioni sulla redditività e sulle performance delle banche italiane. Secondo uno studio della divisione advisory di Kpmg, coordinato dal partner Giuliano Cicioni, le filiali “fisiche” degli istituti di credito, da sempre tanto care agli italiani, sono destinate sia a diminuire drasticamente sia a cambiare pelle.

La crisi ha eroso la redditività

Il mutamento, in primo luogo, è indotto dalla crisi economica, che ha eroso la redditività delle banche. Come sottolinea lo studio, infatti, se per circa dieci anni gli istituti di credito avevano garantito livelli di redditività corrispondenti a un indicatore Return on equità (Roe) superiore al 6%, con picchi fino al 12% nel biennio 1999-2000 e tra il 2004 e il 2006, soprattutto a partire dal 2008 i livelli di Roe sono progressivamente scesi, attestandosi a valori al di sotto del 4%, per crollare poi nel 2011. Pertanto, in uno scenario, come quello attuale, caratterizzato da riduzione dei margini e pressione sui costi, a detta degli esperti di Kpmg “occorre una seria riflessione da parte degli istituti di credito sull’opportunità di razionalizzare le reti di sportelli e sulla possibilità di conseguire significativi risparmi in termini di costo anche alla luce dello sviluppo delle nuove tecnologie e dell’evoluzione delle abitudini ed esigenze della clientela”.

Gli istituti di credito hanno già cominciato a ridurre le filiali

Già di recente, non a caso, i principali gruppi bancari italiani hanno annunciato la chiusura di un numero anche consistente di filiali. Secondo le indicazioni contenute nelle relazioni semestrali del 2012 e nei piani industriali dei principali istituti di credito, sottolineano da Kpmg, la riduzione degli sportelli prevista è superiore alle 1.700 unità per i primi sette gruppi, con tassi di razionalizzazione della rete compresi tra il 4% e il 14%. Basti pensare alle due maggiori banche italiane, Unicredit e Intesa Sanpaolo, che si sono mosse proprio in questa direzione. A febbraio, ad esempio, la banca guidata dall’amministratore delegato, Federico Ghizzoni, ha annunciato la chiusura di altri 350 sportelli dai circa 3.600 odierni. A maggio, invece, il direttore generale di Intesa, Carlo Messina, ha spiegato che l’istituto di Ca’ de Sass ha in programma di chiudere 632 filiali nei prossimi due anni, 217 delle quali già nel secondo trimestre del 2013).

Il ruolo dell’home banking

A far passare di moda la filiale fisica ha contribuito anche la diffusione delle tecnologie, di internet e in particolare dell’home banking. Come fanno notare gli esperti di Kpmg, nel 2011 circa 24 milioni di clienti utilizzavano un servizio di questo tipo per attività informative e dispositive, con un incremento rispetto al 2003 di circa 15 milioni di persone, e 6 milioni di clienti avevano un conto con soli servizi informativi di home banking. E’ anche per questo motivo che si sta via via riducendo la percentuale di persone che ricorrono settimanalmente alla filiale (dal 16% del 2005 al 7% del 2011), mentre sta aumentando la percentuale di clienti che la frequenta meno di una volta al mese (dal 27% del 2005 al 40% del 2011).

Il modello target di 20-22mila filiali secondo Kpmg

Insomma, la rete degli sportelli bancari, un po’ per la crisi e la necessità di tagliare i costi, e un po’ per l’evoluzione tecnologica, è destinata a mutare radicalmente. Kpmg si aspetta, innanzi tutto, una riduzione degli sportelli in un intervallo compreso tra 11mila e 13mila unità, ossia il 35%-40% rispetto alla situazione attuale, che potrebbe portare a regime a una rete “target” costituita da 20-22mila filiali. Tale riduzione, però, non potrà essere immediata, né indolore, perciò, a detta degli esperti di Kpmg, dovrà passare necessariamente “attraverso la completa integrazione multicanale, il cambiamento del modello di servizio e un percorso di accompagnamento della clientela a questa migrazione”.


×

Iscriviti alla newsletter