Le immagini dei duri scontri tra manifestanti e polizia a Istanbul hanno fatto velocemente il giro del mondo, aprendo gli occhi a un Occidente che per troppo tempo non ha visto, o meglio voluto vedere, quello che stavo accadendo alla Turchia di Recep Tayyip Erdogan. È questa la lettura che offre a Formiche.net Anna Mazzone, giornalista di Panorama e Radio 3, che vive tra Roma e Istanbul.
La primavera turca
“Non si tratta solo di una questione legata a un parco, Gezi Park. Da quando Erdogan è al potere, formalmente da dieci anni, è la prima volta che i turchi scendono in piazza contro il governo. L’immagine dei manifestanti che corrono verso la democrazia attraversando il ponte sul Bosforo con lattine di birra in mano è storica e fortissima”, commenta la giornalista.
Erdogan ha messo il velo alla Turchia
In dieci anni Erdogan è stato furbo, non ha chiuso subito tutte le porte ma piano piano i provvedimenti restrittivi sono aumentati, racconta Mazzone: “Cito per esempio la censura su internet o la legge che vietava di vendere alcolici nei quartieri centrali della Capitale per rispetto a chi non poteva bere durante il Ramadan ma che, terminato questo periodo, è rimasta. Tanti supermercati hanno smesso di vendere alcolici perché i negozianti sanno che così avranno meno problemi. La Turchia è poi il Paese con il più alto numero di giornalisti detenuti in carcere, la libertà di stampa è una chimera”.
La Turchia non entrerà mai nell’Ue
“Lo Spiegel parla oggi del lato oscuro della Turchia che spaventa l’America – chiarisce ancora la giornalista – E io dico che gli Usa si sono accorti un po’ tardi di questo lato oscuro in un Paese che è alleato della Nato. Altro che Unione Europea, la Turchia non ci entrerà mai. Non esiste un Islam moderato al governo. La questione è solo se al potere c’è o meno l’Islam, c’è o meno la religione”.
Il mea culpa che deve fare l’Occidente
C’è chi vede nelle proteste di questi giorni una nuova primavera araba. “Forse è un po’ esagerato – commenta – ma è certo che le manifestazioni non si fermeranno perché la gente non ce la fa più. Erdogan non sarà disposto a fare concessioni ma dovrà fare i conti con le proteste. Come dovrà farci i conti l’Occidente che per troppo tempo si è fatto spaventare da questo signore cresciuto nelle peggiori università islamiche del Paese. Erdogan ha in questi anni messo il velo alla Turchia e gli Stati Uniti e l’Europa devono fare mea culpa per averglielo lasciato fare”.