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La Christopher Streets Parade di Berlino, una marcia contro ogni discriminazione

Che cosa è Christopher Streets Parade?

La celebrazione nasce in ricordo dei primi grandi moti di Stonewall, bar gay di Greenwich Village (New York) che il 27 giugno 1969 fu vittima di un’immotivata irruzione della polizia che diedero il via ad una serie di violenti scontri  tra omosessuali e forze dell’ordine.La prima Cristopher Street Parade tedesca risale al 1979 ed ebbe luogo contemporaneamente a Berlino e a Brema. La cadenza annuale arrivò però solo dal 1983” (traduzione testo su sito ufficiale della città di Berlino).

In quest’occasione si riuniscono ogni anno, le persone omosessuali (gay e lesbiche), bisessuali e transessuali. La parata è divenuta negli anni uno spazio di affermazione della “diversità” che supera la questione dell’orientamento sessuale. La parata, infatti, è una manifestazione per i diritti umani e per il rispetto della dignità della persona, in generale.

Oggi ho preso personalmente parte a questo evento, ed è stato molto interessante. Ho visto migliaia di volti (erano stimate più di 500.000 persone nel corteo), espressioni, colori e sopratutto una molteplicità di “vite“. Persone omosessuali, transessuali, persone amanti del travestitismo, persone assolutamente ordinarie, famiglie eterosessuali e famiglie omosessuali con i loro rispettivi figli, persone disabili sulle loro sedie a rotelle.

La parata è stata un’esplosione di festa.

Decide di carri allestiti da associazioni e da istituzioni pubbliche. C’erano i “carri” della BVG (i trasporti pubblici berlinesi), i carri di tre partiti politici (Grüne, Link e SPD), quelli delle ambasciate del Canada e della Gran Bretagna, i carri di easyJet e delle discoteche berlinesi, quelli del car2go (società di noleggio-auto famosa a Berlino e non solo) e tanti altri. Ai lati della grande strada che porta alla Porta di Brandeburgo, centinaia di chioschi per bere e mangiare: dal il panino classico al tipico currywurst berlinese.

Il comune di Berlino sponsorizza ogni anno l’evento e la città partecipa attivamente a questa manifestazione di “amore” contro ogni forma di discrminazione. Le imprese private e pubbliche che hanno abbracciato il valore della diversità partecipano e si rendono visibili. La comunità è parte della parata e ciò che si percepisce è solo “festa” e “gioia“.

Ero con un gruppo di italiani, e scherzando loro mi dicono: “ce lo vedi il carro del PD al gaypride come qua c’è quello della SPD?” ed uno risponde “certo, con la Bindi e la Binetti?“. Molti sono a seguito di una forte delusione e qua sentono la libertà profonda e la possibilità di vivere con un rispetto che nel proprio Paese viene loro negato.

La manifestazione di quest’anno ha ospitato molte associazioni omosessuali e si è connotata politicamente. Lo slogan è “Speeches aren’t enough! Demonstrate! Elect! Change!” decisamente un invito ad agire e non più solo a parlare.

Sono molti i carri, per esempio, con scritte russe che inneggiano alla libertà e al rispetto dei diritti umani. Uno di questi carri passa subito prima di quello di Amnesty International, un messaggio molto chiaro. I cartelli ironizzano su Putin. Il leader russo viene rappresentato come una Diva alla Andy Warhol. Ci sono poi gruppi danzanti con cartelli e striscioni in cui si chiede “rispetto” e altri in cui campeggia la scritta “chiediamo solo la tua tolleranza”.

Passano anche alcuni gruppi di ragazzi in abito da cerimonia e ragazze in abito bianco: sono le associazioni per il matrimonio omosessuale che inneggiano alle “vittorie” in Francia e Gran Bretagna.

Le parole che maggiormente sfilano davanti ai miei occhi sono: rispettoamorelibertàtolleranzaaccettazionepace. Può una manifestazione così vitale e così piena di sentimenti positivi essere considerata un oltraggio alla vita stessa? Un oltraggio alla nostra stessa esistenza? Dico fermamente di no.

Per molti un gay pride è solo un carnevale. Si vedono persone che si truccano e si travestono e si idetifica il tutto come un qualche cosa di “irrilevante” una “pagliacciata”, senza comprendere il vero significato di questo evento. Il carnevale era importanissimo. Il suo scopo sociale era di irridere i potenti, coloro che creavano oppressione. In questo “carnevale” c’è molto di più che la voglia di “truccarsi e danzare”, c’è la volontà di affermare la propria identità e il proprio diritto all’esistenza. Essere riconosciuti come persone e pretendere per questo il rispetto che si deve ad ogni essere umano. In questa parata ho potuto vedere anche persone anziane, avvolte nelle bandiere colorate, unite da anni di amore sincero.

In questo immenso corteo, composto e festoso, c’erano anche le famiglie omogenitoriali. I bambini erano tantissimi, con i loro padri e con le loro madri, sorridenti e festosi Ecco, una scena di vero amore e profonda pace.

La parata è una manifestazione politica con cui viene rivendicato uno spazio nel sociale. A Berlino la comunità ha risposto da tempo positivamente, partecipando e dicendo: ci siamo, lottiamo insieme. In ogni angolo della città c’è un manifesto che sensibilizza verso la “diversità” sia essa religiosa, sessuale, politica e di colore della pelle. C’è una ricerca profonda di pace che colpisce.

Il  corteo attraversa la città da Kurfürstendamm alla Siegessäule (Statua della Vittoria) simbolo di cui gli omosessuali berlinesi si sono in qualche modo “appropriati”, fino alla Porta di Brandeburgo, cuore della città, a due passi dal Parlamento e dal palazzo del Governo.

Non posso che domandarmi perché non si riesce a comprendere l’importanza del rispetto e dell’accettazione. La diversità come valore e non come base del conflitto. In molte aree del mondo la diversità è il pretesto perfetto e sempre valido per opprimere, combattere, torturare e uccidere. La pace si allontana ogni qualvolta la “diversità” viene usata come “pretesto” per uno scontro.

Condivido queste riflessioni e queste immagini direttamente da questa esperienza berlinese, sperando che presto anche in Italia si facciano passi in avanti nella tutela dei diritti civili. E magari di vedere proprio un carro sponsorizzato dal PD per dire “NO” alle discriminazione, assieme a quelli di tanti altri.

(tutte le foto qua aggiunte sono state fatte da me!)

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