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Lacrime non fermino sospensione Miccoli anti-Falcone! Stop ai contatti tra campioni e settori inquinati

Le lacrime di Miccoli e la telefonata di scuse a donna Maria Falcone- che, peraltro, ha smentito di averla ricevuta- non possono cancellare l’indignazione, che non è solo dei palermitani, per
le offese rivolte, post-mortem, in una telefonata con un picciotto, a un eroe anti-mafia, come fu Giovanni Falcone, trucidato, con la moglie e la scorta, a Capaci, da Brusca e dai boss stragisti di Cosa Nostra.

Scatti, dunque, la sospensione del calciatore, da parte della giustizia sportiva della Figc, in attesa che gli inquirenti della giustizia ordinaria decidano se rinviare a giudizio o meno l’ex attaccante del Palermo. E il nuovo allenatore del club di Zamparini, Gattuso, calabrese e nato in una zona dove le cosche imperversano con protervia, censuri il giocatore, con parole severe. In casi come questi, vanno banditi il buonismo e la tolleranza.

Le società di calcio non hanno quasi mai controllato, fuori dal campo, i calciatori, che spesso vengono avvicinati da personaggi poco raccomandabili. Basti pensare ai camorristi, che entrarono in contatto con Maradona, a Napoli, e lo rifornirono di prostitute e di cocaina, rovinandogli la carriera e, soprattutto, la salute, fisica e psichica. E ai tifosi del Genoa, che ordinarono ai calciatori di interrompere una partita.

Il calcio non è, nè deve considerarsi, un settore separato dalla società. E deve reagire, con maggiore efficacia, individuando e stroncando le collusioni con i personaggi più screditati e gli ambienti più inquinati delle tifoserie.

Pietro Mancini
Cosenza



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