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L’anno zero del centrodestra

Una disfatta di dimensioni enormi. Le amministrative hanno mostrato tutto l’imbarazzo del centrodestra attuale, coperto solo dalla bravura elettorale di Berlusconi. Siamo al punto zero. L’è tutto da rifare. Non esiste un partito, esiste una grandissima domanda di centrodestra insoddisfatta, che oggi si rifugia nell’astensione, nel PDL (una minoranza), nelle liste civiche o che addirittura vota M5S o centrosinistra. Il blocco sociale di riferimento si è sgretolato. Le crisi servono per analizzare gli errori e trovare le soluzioni.

Oggi occorre ripartire da quelle battaglie politiche, per la libertà e per una democrazia davvero decidente, che sono state svuotate di significato in questi 20 anni. Occorre prendere atto che in questi 20 anni solo Silvio Berlusconi è stato il centrodestra in Italia, senza la minima ombra di una classe dirigente in grado di prenderne il testimone. Occorre riconoscere il fallimento nell’interpretazione di diverse questioni fondamentali: quella fiscale, quella settentrionale, quella produttiva, quella sull’innovazione. Occorre prendere atto dell’inservibilità di alcuni termini, abusati nell’utilizzo e svuotati di significato.

E’ urgente riflettere e agire per ridare dignità e credibilità ad una concezione di società che in Italia rappresenta ancora la maggioranza dei cittadini. Ripartire dalle battaglie fondamentali, da nuovi linguaggi: ecco l’atto (ri)fondativo per il centrodestra italiano.



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