Poco entusiasmo da parte del Financial Times nei confronti del governo di Enrico Letta. I risultati delle amministrative, con l’indebolimento di Pdl e M5S, non fanno che rafforzare il premier. Ma finora Letta ha fatto ben poco, e il suo programma non è che una “trilogia impossibile”. Tanto basta per definirlo, nel titolo, “in letargo”. Scuse o attenuanti, con la necessità di riforme così forte per l’Italia, Letta proprio non ne ha.
I risultati delle amministrative
Il premier italiano Enrico Letta, si legge in un editoriale sul quotidiano della City, “ha qualche motivo per sorridere dopo le amministrative. Il suo Pd ha vinto nelle 16 città più importanti chiamate al voto. Dopo tutto, il centro sinistra ha riguadagnato il controllo di Roma, dopo aver subito una sconfitta umiliante nel 2008. La brutta performance del Pdl di Silvio Berlusconi, del resto, rende meno probabile che il politico tycoon stacchi la spina alla coalizione di governo, di cui anche il Pdl fa parte. Il centro-destra è ancora avanti nei sondaggi nazionali, ma i risultati del voto dello scorso weekend mostrano infatti che per il Cavaliere lavorare per un voto anticipato potrebbe rivelare brute sorprese”.
Il flop del M5S di Grillo
“Allo stesso modo, è politicamente rilevante il crollo del M5S che è riuscito a vincere solo in due comuni. La creazione di Beppe Grillo ha pagato il prezzo per aver rifiutato di sostenere qualsiasi coalizione di governo. E se l’opposizione dovesse spaccarsi, Letta potrebbe uscirne solo rafforzato”.
Il “letargo” di Letta
Secondo il Financial Times è “un bene che l’ondata di populismo si sia placata, ma il premier ora non deve sprecare il tempo a disposizione, l’economia si è contratta del 2,4% nel primo trimestre del 2013. Da quando è stato nominato dal presidente Napolitano, Letta ha fatto ben poco per stimolare la ripresa, e il suo programma sembra solo una trilogia impossibile: vuole tagliare le tasse, aumentare la spesa per l’istruzione, e allo stesso tempo, rispettare i target sul deficit imposti da Bruxelles”.
Riforme urgenti
“E’ difficile conciliare le priorità divergenti dei partiti che sostengono l’esecutivo, e una delle lezioni lasciate in eredità dal governo Monti è che le riforme non sempre pagano in termini di popolarità. E resta il rischio che il governo crolli nel caso in cui Berlusconi fosse condannato in uno dei processi in corso. Ma le scuse non reggono quando le riforme sono così urgenti. Gli elettori hanno dato spazio a Letta, adesso spetta a lui cercare di far riprendere l’Italia”, conclude il quotidiano della City.