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Letta, la polizza vita di Berlusconi

Chi pensava che le dichiarazioni perplesse dei ministri Fabrizio Saccomanni e Flavio Zanonato sull’abolizione dell’Imu sulla prima casa e sul congelamento dell’aumento dell’aliquota Iva potessero mettere in fibrillazione l’esecutivo di larghe intese, è rimasto deluso.

Gli effetti del commento del Cavaliere

Il commento di Silvio Berlusconi (“La collaborazione tra destra e sinistra, dopo decenni di contrasti, spero possa durare”) ha da un lato bloccato le irrequietezze all’interno del Pdl, a partire dallo scalpitante Renato Brunetta, per la flemma di Saccomanni e Zanonato sui dossier Imu e Iva; dall’altro ha fatto indirettamente classificare a ipotesi da teoria della politica l’ebbrezza progressista nata dall’intervista di Pierluigi Bersani al Corriere della Sera in cui l’ex segretario del Pd redivivo ha di fatto delineato la possibilità di una futura maggioranza Pd-Sel-M5s, dopo un’eventuale caduta del governo Letta.

I due fini berlusconiani del governo Letta

La dichiarazione di Berlusconi, alla vigilia di una settimana di fuoco per il leader del Pdl per le scadenze giudiziarie che lo riguardano, è la riprova che il governo delle larghe intese è una sorta di polizza sulla vita politica del fondatore di Forza Italia. Berlusconi si aggrappa all’esecutivo Letta-Alfano non solo per superare potenziali difficoltà che arriveranno dalla suddetta settimana di fuoco ma anche perché può avere più tempo per rifondare il Pdl e il centrodestra su basi nuove.

Mal comune mezzo gaudio

Infine il leader del Pdl non può non auspicare, con una crisi economica tutt’altro che superata e con misure governative che dovranno continuare a rispettare il solco rigido dei paletti europei, che ci sia una condivisione di progetti e provvedimenti per lenire i contraccolpi ancora negativi della recessione.

Conclusione: Berlusconi non può non dirsi lettiano.



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