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Libia, il primo (gran) passo verso la stabilità?

Venti di stabilizzazione per la Libia? Dopo la guerra civile e mesi di instabilità politica, la calma sembra essere tornata. O almeno in maniera formale. Il Parlamento libico ha scelto il nuovo presidente con 96 voti su 184. Si tratta di Nuri Abu Sahmain, un politico che appartiene al blocco islamico guidato dal Justice and Construction Party, il braccio politico dei Fratelli Musulmani, e che ha vinto nel ballottaggio contro Al Sahrif al Wafi, sostenuto dall’Alleanza Forza Nazionale di tendenza nazionalista-liberale.

La scelta di Sahmain arriva dopo mesi di vuoto nel potere legislativo. Il presidente precedente, Mohamed al Magrif, si è dimesso lo scorso 28 maggio dopo l’approvazione della Political Isolation Law contro gli esponenti del regime di Gheddafi. Sahmain era stato tra il 1972 e il 1977 nella presidenza della Commissioni dei conti – ovvero, l’ufficio di bilancio – ed era stato ambasciatore in India.

Questa normativa prevede l’esclusione da incarichi pubblici di alto livello di chiunque abbia ricoperto posizioni rilevanti sotto il regime di Gheddafi. Non solo esponenti politici, ma anche funzionari pubblici.

La composizione del Parlamento libico

Il nuovo presidente del Parlamento libico appartiene al blocco “Fedeltà al sangue dei martiri” costituito a gennaio da circa 70 deputati indipendenti. La missione? Fare pressione sul Parlamento.

La maggioranza parlamentare è dell’Alleanza Forza Nazionale dell’ex primo ministro, che ha 39 seggi sugli 80 riservati ai partiti politici. Dopo si posiziona il partito Giustizia e Costruzione con 17 parlamentari.

Le prime mosse di Sahmain

Sahmain, eletto in rappresentanza della città di Zawara nell’ovest del Paese, ha detto nel discorso precedente alla votazione che la priorità dei parlamentari sarà il lavoro in “cooperazione e solidarietà”.

Nonostante l’economia abbia superato il crollo del Pil che ha seguito la guerra civile (nel 2012 si è ripreso del 92%), il Paese deve ancora diversificare la produzione. Oggi il 50% del Pil proviene dalla produzione petrolifera e di gas, che è fonte dell’88% degli incassi dello Stato.

Fino ad oggi poco o nulla hanno potuto fare i nuovi politici alla guida della Libia. Soprattutto in materia di sicurezza, a causa delle difficoltà a disarmare le milizie. Il carattere “ad interim” impediva progetti a lungo termine.

Ma la scelta di Sahmain apre il cammino verso la stesura di una nuova Costituzione – e le successive elezioni presidenziali e parlamentari – che, si spera, porteranno stabilità in Libia.



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