E adesso chiamatelo pure Mario Canà. Il giorno dopo il gol al Messico, Balotelli si prende la scena come e più dei suoi compagni. E’ lui il simbolo della vittoria di Rio de Janeiro, che proietta l’Italia in testa al suo girone, seppur sotto il Brasile per differenza reti. La giocata decisiva è arrivata al minuto 78 di un match che sembrava ormai incanalato verso l’1-1 finale. Un gol di potenza e furbizia, mix perfetto per un attaccante sempre più incisivo in area di rigore. E poi, come di consueto, ecco la Balotellata, quell’esultanza senza maglia che gli è costata ammonizione e strigliata di Prandelli. Ma al di là dell’episodio, il ct può essere più che soddisfatto della sua squadra, e non solo per la vittoria o per la prestazione di Super Mario. Le note positive sono tante, su tutte Andrea Pirlo, autore di una partita maiuscola proprio sotto gli occhi del mondo. Festeggiava la 100esima in azzurro il regista bresciano, e quale modo migliore per farlo se non prendendosi il Maracana? Il tempio di Rio è rimasto semplicemente stregato. Aperture geniali, personalità e, soprattutto, una punizione spettacolare, da far vedere nelle scuole calcio di tutto il pianeta. La tecnica di Pirlo, il cuore di Giaccherini. Il sistema Juve ha funzionato anche in azzurro, dove si è vista l’alchimia vincente dovuta all’unione di cervello e muscoli. Encomiabile la prestazione dell’esterno bianconero, e, a proposito di fasce, anche il giovane De Sciglio ha aggiunto un’altra spanna alla sua crescita vorticosa. Uniche note negative Barzagli, autore di un bruttissimo errore che è costato il gol del Messico e la condizione fisico-atletica, ancora un po’ approssimativa. Nel complesso però c’è da sorridere, anche perché mercoledì, in caso di vittoria sul Giappone di Zaccheroni, la qualificazione sarebbe in cassaforte. Non male, per questa Italia che convince ogni giorno di più.
L’Italia s’inchina a Mariocanà!
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