Cosa cambia avere un Sindaco in una città come Roma che non riconosca altro che il matrimonio fra un uomo ed una donna? Cambia eccome, soprattutto nell’impostare le (poche) risorse destinate alle politiche sociali e per la famiglia. Facciamo un solo esempio.
Ignazio Marino, secondo il quale il matrimonio e la famiglia sono “a geometria (sessuale) variabile”, se eletto non interverrà certo, come ha chiesto il Forum delle associazioni familiari, «con una programmazione territoriale che favorisca insediamenti di edilizia pubblica e convenzionata, con assegnazioni prioritarie ai giovani sposi, e con mutui a tasso agevolato» (Forum delle Associazioni familiari, Manifesto per le elezioni amministrative, in http://www.forumfamiglie.org, punto 2). Infatti, se “giovani sposi” sono anche persone dello stesso sesso, a che titolo assegnare fondi pubblici solo a chi, di questi tempi eroicamente, si prende la responsabilità di fondare una famiglia e generare ed educare figli?
Inoltre, seguendo sempre i desiderata del Forum, come potrebbe un Sindaco per cui tutte le coppie sono famiglie, «prevedere agevolazioni in materia di oneri di urbanizzazione e di costo delle aree per chi costruisce riservando una quota di alloggi da destinare a giovani coppie che si sposano»? (ibidem).
E, infine, visto che rimanere uniti nel vincolo e nella comunione matrimoniali oggi è indubbiamente molto più difficile di un tempo, come potrebbe un Sindaco che non crede nella famiglia “società naturale fondata sul matrimonio” (è la definizione dell’art. 29 della nostra Costituzione). «favorire la realizzazione di itinerari di preparazione al matrimonio civile e di sostegno alla relazione di coppia, in collaborazione con le realtà che già operano con competenza in questo campo»? (ibidem).
Su Sky Tv ieri sera le posizioni di entrambi i contendenti al Campidoglio sono emerse nel modo più chiaro, facendo interessante «…il dibattito quando si parla delle azioni da mettere in campo per Roma, dai rifiuti alle nozze gay, e allora la divisione si fa ancor più forte. … “Garantire i diritti di tutti”, spinge il chirurgo. “Il matrimonio è tra uomo e donna”, ricorda il sindaco uscente, senza voler mancare di rispetto» (cfr. Velenoso scontro tra Alemanno e Marino in diretta su Sky, in Tiscali News, 7 giugno 2013).
L’unica (o quasi) cosa sulla quale Marino ha ragione è l’animalismo. Questo lo diciamo soprattutto per sensibilizzare chi, volente o nolente, dovrebbe almeno arrestare la sbornia dei “nuovi diritti” e la relativizzazione delle responsabilità familiari, cioè Gianni Alemanno. Infatti, a seguito della assurda contestazione che Marino ha dovuto subire poco prima del primo turno a piazza Campo de’ Fiori (nel centro di Roma), riguardo al suo ricorso da medico alla vivisezione, Alemanno ha fatto seguire dichiarazioni non condivisibili al solo fine di catturare i voti degli esagitati animalisti. Mentre Marino, interrogato a tal proposito da una televisione privata romana, ha risposto impeccabilmente: «Vorrei chiedere a Marchini o Alemanno cosa farebbero se avessero un figlio affetto da una polmonite. Glielo darebbero l’antibiotico anche se è stato testato su un topolino, come purtroppo è prassi fare affinché il medicinale sia approvato?» (cit. in Guido Liberati, La doppia gaffe di Ignazio Marino: è per la vivisezione e i suoi gatti hanno il nome dei “nemici” di Roma, in Il Secolo d’Italia, 24 aprile 2013).