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Merkel, il falco in Europa che fa la colomba in Germania

Spendi e spandi, ma solo a casa. Il suo elettorato, in fondo, la cancelliera tedesca Angela Merkel sa come prenderlo, invocando più investimenti e spesa pubblica tanto da farsi descrivere anche dai suoi stessi alleati come una leader dalle mille promesse, e dalle mani bucate. Manca il contratto con l’elettorato e la firma a sigillo in un talk show di successo, certo, per reggere al confronto con scenette tutte italiane. Ma la differenza, e sostanziale, in realtà è un’altra. L’economia tedesca resta l’isola felice dell’eurozona e può permettersi promesse e numeri migliori dei nostri.

Anche se lo scarto elettorale tra impegni assunti e realtà dovesse coincidere con quello italiano, lo spazio di manovra di Merkel sarebbe comunque maggiore. Che poi il lupo “europeo” si vesta da nonna di Cappuccetto Rosso in terra germanica fa parte del gioco. Chi grida all’incoerenza sappia che l’unica logica che riscuote il favore dei tedeschi oggi è questa: meglio spendere a Berlino che regalare soldi ai Paesi che hanno sperperato prima.

Le critiche nella coalizione di governo

La cancelliera Merkel, la madre dell’austerità condannata dai leader dell’eurozona e non solo, in Germania è sotto il fuoco delle polemiche per il motivo opposto. La leader, spiega il Financial Times, è stata criticata duramente dai suoi oppositori nella campagna elettorale tedesco per aver promesso una manovra fiscale che secondo loro è estremamente generosa nelle agevolazioni fiscali e nella spesa pubblica. Una mossa che ha sconcertato anche i membri della coalizione di centro destra di cui lei è alla guida.

L’attacco dell’Spd

Sigmar Gabriel, leader del partito social democratico di centro-sinistra, l’Spd, ha accusato Merkel di “frode elettorale” per aver sbandierato proposte che, secondo alcune stime, potrebbero costare fino a 28,5 miliardi di euro. “Non potrebbe mai riuscire a mantenere queste promesse”, ha evidenziato. Quasi un terzo di quanto si stimava potesse costare il programma economico del M5S di Beppe Grillo: 85 miliardi di euro.

Agevolazioni, indennità, infrastrutture, mercato immobiliare

In una videoconferenza la scorsa settimana con alcuni membri dell’Unione Cristiana-democratica, la Cdu, Merkel ha suggerito di inserire nel programma elettorale di aumentare le agevolazioni familiari per i figli a carico e le soglie contributive, accrescendo le indennità per le neo-mamme, e investendo di più in nuove infrastrutture. Merkel ha poi proposto anche di frenare gli aumenti degli affitti nel settore immobiliare, un punto fino a oggi delicatissimo per il partito.

Lo scontro frontale con l’Spd

Le idee non sono ancora state integrate nel manifesto elettorale della Cdu, che sarà formalizzato a fine mese, ma l’enfasi sulla spesa sociale e gli investimenti in infrastrutture, compresa la fornitura universale di wi-fi, ha un obiettivo chiaro: quello di spiazzare e rubare terreno all’Spd. Gabriel ha spiegato come la Cancelliera stia creando l’impressione che tutti in Europa debbano risparmiare, mentre lei è l’unica a proporre una spesa maggiore. Anche il manifesto elettorale dell’Spd prevede un aumento dei livelli di spesa pubblica, ma compensato da una maggiore tassazione sui grandi capitali.

Il disappunto di Rösler

Philipp Rösler, il vice cancelliere e ministro dell’Economia del governo Merkel e leader dei liberali democratici, ha chiamato alla cautela. “Le promesse di spesa sociale, come quelle della Cdu, devono essere sostenibili. Mi atterrei al buon senso economico”, ha dichiarato al Welt am Sonntag.

La posizione di Schäuble

Wolfgang Schäuble, uno degli alleati più forti di Merkel e suo ministro delle Finanze, è stato più diplomatico. Ha insistito sul fatto che esiste dello spazio di manovra per una maggiore spesa pubblica ma ha ribadito che non c’è nessun cambio di rotta nella sua strategia di “consolidamento orientato alla crescita”. “Non c’è molto da redistribuire”, ha dichiarato Schäuble, definendo “incomprensibile” il calcolo dei 28 miliardi fatto da Bild Zeitung e Handelsblatt.

I risultati dei sondaggi per il voto di settembre

Intanto però la tattica di Merkel, che vuole impadronirsi del terreno politico di centro con politiche sociali generalmente associate all’Spd anche se magari con promesse sopra le linee, continua a pagare nei sondaggi elettorali a meno di quattro mesi di distanza dal voto del 22 settembre.

L’ultimo sondaggio sulle intenzioni di voto pubblicato dal Bild assicura il 40% dei consensi alla Cdu merkeliana, alleata con il Partito Bavarese e l’Unione cristiana sociale. L’Fpd, alleato della cancelliera, è appena al di sopra della soglia di sbarramento del 5% necessaria per entrare al Bundestag. L’Spd deve invece accontentarsi del 25%. I Verdi, il partner di coalizione dell’Spd, sono al 14%. I conti sono presto fatti: 45% alla coalizione di centro destra, 40% a quella di centro sinistra. Il tempo delle larghe intese, però, forse non è ancora finito.



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