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La rabbia turca mette a rischio la Siria

Pubblichiamo un articolo uscito sul sito InPiù 

La protesta contro il governo Erdogan che si va estendendo a molte città della Turchia rischia di avere serie ripercussioni sullo scenario siriano, dove la Turchia sta cercando di affermare la sua egemonia come potenza regionale per contenere l’espansionismo sciita eterodiretto dall’Iran.Ne consegue un’accentuata instabilità nella regione del grande medio oriente, che mette a repentaglio lil negoziato della conferenza di pace Ginevra 2.

In questo contesto merita di essere segnalata la posizione espressa da Emma Bonino che segna una svolta importante nella politica estera del nostro Paese. l’Italia è riuscita finalmente a mettere sul tavolo dell’Unione Europea una sua proposta di una road map credibile per uscire dal ginepraio siriano e ha dato una chiara dimostrazione della capacità della diplomazia italiana di sapersi muovere in via autonoma, superando le subalternità e i timori reverenziali che avevano finora condizionato le nostre posizioni nel consiglio dell’Unione europea.

Emma Bonino ha fissato due paletti che sembrano costituire la base ineledubile per giungere a una ragionevole soluzione del problema nella regione.In primo luogo si è opposta alla levata delll’embargo sulle armi ai ribelli,che invece Francia e Gran Bretagna hanno fermamente voluto.Perseguire una soluzione pacifica fornendo armamenti a una delle fazioni in causa, di cui non si conosce peraltro il grado di rappresentatività, non è il miglior modo per evitare una ulteriore escalation nei combattimenti e nelle stragi della popolazione civile.In secondo luogo ha proposto che alla conferenza di pace di Ginevra venga invitato l’Iran, rompendo un tabù che aveva finora ingessato le diplomazie europea e americana.

In effetti la pace nel grande medio oriente non sarà possibile se Teheran non verrà coinvolta nei negoziati. La proposta italiana, nel riconoscere il ruolo di potenza regionale all’Iran, lo corresponsabilizza allo stesso tempo nel garantire la stabilità a tutta la regione, disinnescando così anche un potenziale conflitto con Israele. Per quanto riguarda la Turchia Emma Bonino ribadisce la necessità di continuare ad operare per mantenere vivo l’interesse di Ankara verso l’Unione europea, il cui ruolo nella regione potrebbe accrescersi nella prospettiva di un accordo regionale come è avvenuto per i Balcani, dove, dopo oltre venti anni di guerre e controversie etniche e territoriali, è possibile vedere oggi seduti allo stesso tavolo croati e sebi, kossovari e albanesi, musulmani e cristiani.

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