Ma siamo proprio sicuri che la Fiat al 20 per cento in Rcs non ponga problemi di antitrust? E’ di fatto la domanda maliziosa che si trae leggendo il post scriptum del consueto editoriale domenicale scritto da Eugenio Scalfari. Il fondatore di Repubblica scrive esplicitamente che è “preoccupante” la notizia che la Fiat è diventata l’azionista di maggioranza del gruppo Rizzoli-Corriere della Sera.
Perché preoccupante? Ecco la risposta di Scalfari: la Fiat avrà la proprietà di tre quotidiani nazionali (Corriere della Sera, La Stampa, la Gazzetta dello Sport), più una società di libri, molti periodici, molti siti sulla Rete, una società unica di pubblicità. E ciò grazie al fatto che il gruppo torinese presieduto da John Elkann con una posizione di maggioranza relativa avrà di fatto una posizione quasi assoluta nel patto di sindacato dell’azienda editoriale che edita fra gli altri il quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli.
Per queste ragioni Scalfari scrive che, invece di informare della novità il capo dello Stato, forse Elkann avrebbe fatto bene a “sottoporre preventivamente l’operazione alla Commissione Antitrust visto che si avvia ad assumere nel mercato mediatico una posizione dominante”.
Le ragioni del conflitto di interessi tra Fiat ed Rcs, secondo il fondatore del quotidiano del gruppo Espresso, sono evidenti: “Un gruppo industriale come la Fiat ha il controllo di un gruppo mediatico di quelle dimensioni. Il peso dei suoi interessi sullo Stato e sulle regioni diventerebbe schiacciante, con conseguenze preoccupanti sulla politica economica e sociale del Paese”.
Si potrebbe dire da quale pulpito viene la predica, considerando l’eterogeneità degli interessi imprenditoriali del gruppo che fa capo a Carlo De Benedetti, ma noi che non abbiamo la statura morale del Fondatore ci esimiamo dal dirlo e pure dal pensarlo.