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Ribaltone Pigi- ex M5S ? Niet di Re Giorgio, che lascerebbe Quirinale!

Il nuovo governo  “di cambiamento”, delineato da Pigi Bersani?
L’ex segretario democrat rischia di commettere lo stesso errore,  che fece l’ allora  leader del PD, Veltroni. Walter provocò la caduta dell’ esecutivo Prodi-Mastella, evocando, nella calda estate del 2007, nuovi scenari politici ed “equilibri più avanzati”, di demartiniana memoria.
E, se il prossimo sarà un “governo di cambiamento”, l’attuale, guidato dall’ex vicesegretario del PD, con PDL e montiani in maggioranza, è un esecutivo di conservazione e di restaurazione dei vecchi equilibri politici, en attendant il probabile disimpegno del Cavaliere, in coincidenza con gli esiti, prevedibilmente non favorevoli, dei suoi non pochi processi ? Il premier, Alfano e lo stesso giovin signore di Firenze, Matteo Renzi, non hanno nulla da replicare all’improvvida esternazione dello statista di Bettola?
Bersani, chiaramente, cerca una rivincita, dopo il flop, registrato dal suo tentativo di formare un gabinetto con il M5S e dopo la disastrosa conduzione della battaglia per il Quirinale, con la caduta di due fondatori del PD, nonno Marini e il vendicativo Prodi. Ma, con le sue sortite, l’ex dirigente del PCI rischia di destabilizzare una situazione già molto delicata, soprattutto dopo le rigide e “ragionieristiche” risposte di Saccomanni e Zanonato alle richieste del PDL di una politica economica meno severa.
La sortita di Bersani va anche letta come un’apertura ai dissidenti del M5S, polemici con Grillo. Infatti, “Gargamella”, come l’ex showman ligure chiama Pigi, ha rivendicato la linea, non coronata da successo, dell’apertura ai “cittadini”, nella fase seguita alle elezioni di febbraio.

Ma, dal Quirinale, dove l’ex segretario del Pd non è stato mai molto amato, hanno fatto trapelare la netta contrarietà del Quirinale a qualsiasi prospettiva di ribaltone.
Come ha scritto stamane il ben informato Vittorio Feltri, Napolitano farebbe di tutto per dare continuità all’esecutivo Letta-Alfano, sostenuto da Pd, Pdl e Monti. E, come ha notato l’ex direttore del “Giornale”, l’Italia non vuole varare il presidenzialismo. Eppure ce l’ha già. A sua insaputa. O, aggiungiamo noi, ha una sorta di “monarca” democraticamente scelto dalle Camere.
Piuttosto che piegarsi alle pressioni di Bersani, Re Giorgio scioglierebbe il Parlamento oppure, come ipotesi subordinata, si dimetterebbe. E il Paese piomberebbe nel caos, politico e istituzionale.


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