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Sindacati “competenti” sui giovani?

Ho letto su twitter @rassegna_it: #Camusso: ha ragione Letta, l’occupazione dei giovani è una priorità. Ma come può esserci se chiudono tutte le fabbriche dal paese? #cgil

Per fortuna o purtroppo i giovani e le fabbriche non sono in sintonia, i tanti diplomi, lauree, master, dottorati, fanno capire che i giovani disoccupati per lo più lo sarebbero anche se le fabbriche domandassero più operai. D’altra parte e’ vero che se le fabbriche non chiudessero ci sarebbe bisogno anche dei laureati nella gestione, progettazione, marketing. Tutti lavori pero’, ancora una volta purtroppo o per fortuna, non tutelati generalmente dai sindacati confederali. Ovvero siamo dinanzi al paradosso per cui si chiede al sindacato di farsi carico del grave problema della disoccupazione giovanile volendo far finta che tutti i giovani siano operai mancati. Del resto se così non e’ allora a difendere i loro posti di lavoro dovremmo trovare Cgil Cisl Uil nei tavoli in cui si decide che solo ogni 5 docenti universitari che vanno in pensione…si bandisce un concorso per ricercatore. Perché non si può ancora far finta che il mercato del lavoro come aspirazione dei giovani sia ristretto alle fabbriche, inquadrabile e catalogabile nelle categorie rappresentate bene fin qui dai sindacati confederali e ancora con fatica sia da loro sia da chiunque altro. Come diceva il successore di Enrico Mattei, attuale Presidente dell’Eni, non e’ detto che chi sia stato leader di un settore sia capace di restarlo anche una volta che, in quel caso, si passi da petrolio a energie alternative. Non e’ detto che chi abbia saputo gestire la contrattazione del mercato del lavoro standard resti il leader anche del mercato del lavoro post moderno. Non e’ detto ma nemmeno e’ scontato che ci sia un’organizzazione più efficace quindi per quanto mi riguarda invito a scommettere ancora sulle stesse organizzazioni sindacali ma capaci di rappresentare di volta in volta la realtà. Oggi la realtà e’ che i giovani hanno studiato per diventare medici, accademici, comunicatori, e si fa presto a dirne di tutti i colori contro certe Facolta’ ma come negare che sono tre settori assolutamente fondamentali, la comunicazione, la salute, la formazione! Pertanto di chi e’ il compito di occuparsi di questo pezzo grande di mercato del lavoro? anche nell’ottica dell’occupabilita’ non solo del “mantenere i diritti acquisiti”. Se non si fa un ragionamento serio del genere allora continuate pure a parlare di giovani e disoccupazione, ma sarebbe come voler fare un conto tra mele e pere, diceva il mio insegnante di matematica.

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