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Socialisti europei alla riscossa: il Pd…in mezzo al guado

L’appuntamento e’ tra un anno, a maggio 2014, per le elezioni europee e il rinnovo del Parlamento europeo. I socialisti europei vogliono arrivarci ben preparati: cosi’ i 28 membri di pieno diritto, tra i quali c’e’ il minuscolo Psi di Riccardo Nencini, piu’ i 9 associati ed i 9 osservatori, ai quali viene  aggregato ‘il gruppo S&D’ al Parlamento europeo, dove e’ presente il Pd, si ritrovano il 22 giugno al Consiglio di Sofia per discutere e lanciare il loro ‘programma politico’. Abbozzato alla Convention di Bruxelles del novembre 2011 e successivamente arricchito dai contributi di intellettuali, economisti e storici, il ‘programma-manifesto’ mira a costruire ‘le societa’ progressiste’ laiche, un modello che, basato sui valori fondamentali di liberta’, uguaglianza, giustizia sociale e solidarieta’, e’ alternativo a quello liberista dominante e perseguito dalle forze conservatrici. Il summit di Sofia e’, dunque, importante e di alto valore perche’ si e’ caricato di una grande questione che evidenzia la fragilita’ dell’Unione europea: la democrazia e la partecipazione che, gia’ provate dalla piu’ grave crisi finanziaria ed economica dal ’29 ad oggi, sono messe in seria discussione da populismi ed estremismi xenofobi. “E’ fondamentale che i cittadini europei – spiega il presidente del Pse, Sergej Stanisev – possano continuare a partecipare attivamente alla societa’ senza dover subire le restrizioni imposte dai regimi autoritari o sopportare troppo pesanti vincoli socio-economici”. Ossia le nefaste politiche di austerita’ che hanno compromesso le condizioni di vita dei cittadini, i quali “stanno lottando per sopravvivere” e dei giovani che “sono intrappolati nel precariato e vedono il loro futuro minacciato”. E’ giunta, dunque, l’ora della riscossa. E all’appuntamento, purtroppo, manca il piu’ grande partito della sinistra o del centro-sinistra, il Partito democratico: non figura ne’ tra i membri di diritto, ne’ tra gli associati, ne’ tra gli osservatori. La sua presenza e’ limitata a far parte – dal 2009 – del ‘gruppo S&D’ del Parlamento europeo: troppo poco per essere parte attiva della partita culturale e politica. “Vogliamo offrire ai cittadini europei un’alternativa valida per uscire dalla crisi e ripristinare crescita ed occupazione – precisa Stanisev – Il 2014 sara’ per noi l’occasione di attuare la nuova politica e mettere al centro dell’agenda europea il cittadino”. Le societa’ progressiste, recita il programma politico, “sono societa’ in cui gli individui non lottano uno contro l’altro, ma lavorano insieme per il vantaggio di tutti. Sono societa’ prospere, fiduciose, che si prendono cura dell’ambiente […] in cui ogni persona e’ in grado di creare le condizioni per la propria emancipazione”. Purtroppo, si riconosce, “in questo momento i nostri valori sono messi in discussione […] E le forze di mercato, guidate alla finanza e dall’avidita’, stanno sottraendo larghe porzioni di potere al controllo della democrazia”. In particolare, le tre agenzie di rating americane e potenti banche d’affari, come la Goldman Sachs che ha creato, in Europa, “le gouvernement Sachs” nonche’ organizzazioni come la Trilaterale. “Queste forze – continua il programma – servono gli interessi di pochi privilegiati: i conservatori ed i neoliberisti hanno aggravato le diseguaglianze economiche e sociali, promuovendo un sistema basato sui profitti facili e su regole deboli, che ha portato alla peggiore crisi dei tempi moderni”. Non e’ vero che non si possa far niente: il Pse lavora per costruire societa’ diversamente ricche che “[…] conservano i beni pubblici […] in cui le persone riconquisteranno il controllo sulla propria vita. […] le persone sono cittadini attivi, non consumatori passivi, messi in grado di costruire societa’ ricche di una ricchezza che va oltre i beni materiali, dove la realizzazione del singolo e’ anche parte di uno sforzo collettivo”. Strettamente connesso alla persona e’ il lavoro “[…] pietra angolare sui cui costruire la sicurezza perche’ le persone siano architetti del proprio futuro. Restituire al lavoro come parte della vita un vero significato, un vero valore ed una vera continuita’, e’ centrale per assicurare alle persone l’emancipazione ed un senso di orgoglio si se'”. Quindi, un nuovo modo d’intendere l’economia che non e’ una disciplina avulsa da un ‘pensiero’ sottostante, “[…] la sostenibilita’ ambientale, la dignita’ umana, il benessere sono fondamentali per la creazione della ricchezza. Questa nuova economia deve favorire il progresso sociale che innalza la qualita’ della vita, rende stabile la societa’ e crea lavoro. […] tutti hanno diritto ad una vita dignitosa e libera dalla poverta’”.



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