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Una nuova piattaforma politica per i popolari italiani

Su iniziativa dell’amico Franco Banchi e del suo gruppo dei “Popolari Toscani Europei” ci siamo ritrovati in tanti a Vallombrosa, Domenica 9 Giugno, per discutere del tema: “ Costruire insieme l’area del futuro prossimo: Popolare, d’ispirazione cristiana, riformatrice, europea, alternativa alla sinistra”.

Molte le associazioni, i gruppi e movimenti rappresentati di matrice cattolica e laica interessati a concorrere alla costruzione degli obiettivi del convegno.
Sentiti gli interventi di Carlo Giovanardi, Carlo Casini del Movimento per la vita, di Stefania Fuscagni e di Alessandro Corsinovi e molti altri, torno dall’eremo benedettino con un di più di speranza per l’esito del cammino che da tempo abbiamo avviato.

A nome degli amici della Democrazia Cristiana, soci DC 1992 che hanno rinnovato la loro adesione al partito mai sciolto giuridicamente e che hanno celebrato nel Novembre scorso il XIX Congresso, ho ricordato quanto con grande lucidità l’amico Gianni Fontana ha posto alla base dell’annunciata fondazione ispirata ai padri popolari dell’Europa: Adenauer, De Gasperi e Schuman. Ho ricordato che il mondo contemporaneo e l’Italia vivono, nella transizione dal ventesimo secolo alla pienezza del ventunesimo, fenomeni di portata nuova e strutturale rispetto alla storia trascorsa dell’umanità; fra essi:

• L’allungamento straordinario dell’aspettativa di vita e delle prospettive connesse;
• L’alfabetizzazione tendenzialmente totale della popolazione;
• L’accesso virtualmente universale alle conoscenze attraverso la Rete;
• La riduzione a quasi-zero dello spazio-tempo relazionale attraverso le nuove tecnologie;
• La globalizzazione oggettiva dell’economia e delle sue opportunità-minacce;
• L’intreccio delle culture e la contaminazione dei modelli di vita;
• L’esigenza di segmenti di governo mondiale per specifici problemi altrimenti inaffrontabili (risorse scarse, ambiente, armi, etc.);
• La dilatazione senza confini del mercato del lavoro e il superamento progressivo del paradigma tradizionale Nord-Sud.

Tali fenomeni propongono alla politica e a tutte le coscienze sensibili un’esigenza imperiosa di risposte innovative in altrettanti grandi campi-dilemmi per il governo della società e per i comportamenti civili; ad esempio:

• Economia tra profitto privato e bene comune;
• Ecologia tra consumo del territorio e cura del creato;
• Società tra autorealizzazione individuale e solidarietà comunitaria;
• Coscienza ed etica tra libertà e responsabilità;
• Politica tra istanze di autonomia – sussidiarietà ed esigenze di uguaglianza;
• Cultura tra istanze valoriali e spinte al relativismo;
• Lavoro tra produttività crescente e ineguaglianze distributive.

Nel deserto delle culture politiche in cui vive adesso la politica italiana, né il PD, né il Pdl e la Lega, e, tanto meno il Movimento 5 Stelle, rappresentano risposte adeguate alle sfide che la nuova situazione interna e internazionale richiedono.

Come a metà del XIX secolo, con l’avvento della questione operaia nella prima fase di sviluppo del capitalismo, tra liberalismo e marxismo, toccò alla Chiesa, con la “Rerum Novarum”, indicare la strada di una dottrina sociale grazie alla quale, dall’Opera dei congressi, all’esperienza murriana della prima Democrazia Cristiana e al Partito Popolare di Sturzo, molta parte dei cattolici italiani seppero superare il “non expedit” e impegnarsi come forza organizzata nelle vicende politiche del Paese, analogamente l’impegno si ripeté, con il Codice di Camaldoli del 1943, con la nascita della Democrazia Cristiana di De Gasperi, interpreti delle cose nuove dopo la lunga stagione del fascismo, e sulle indicazioni della “Quadragesimo Anno”.

Si aprì così la lunga stagione del governo della DC sino alla sua fine politica nel 1993. Quasi cinquant’anni di ininterrotta gestione del potere, con fasi alterne lucidamente descritte in un recente saggio di Romanello Cantini sulla rivista di Gianni Conti “ Il governo delle idee” (v. “Testimonianza etica e politica della DC anni Novanta”- n.119 –aprile 2013), cui seguì il triste ventennio della cosiddetta seconda Repubblica la cui fine è segnata dalla nascita del “governo di pacificazione” Letta-Alfano .

Il combinato disposto della sentenza della Cassazione n.25999 del 23.12.2010 che ha definitivamente stabilito che la DC non è mai stata sciolta giuridicamente, e le numerose iniziative in atto per la ricomposizione di un’area democratico cristiana, anche dalle conclusioni cui siamo pervenuti a Vallombrosa offrono qualche motivo di speranza.

E’ ampiamente condivisa l’opinione che non si tratta di dar vita a una nostalgica operazione di restyling e/o di tragicomica sopravvivenza di vecchie cariatidi furbastre, consapevoli che proprio il perseguimento di ciambelle di salvataggio per alcuni è stata una delle cause della frantumazione della lunga diaspora democristiana 1993-2013, tuttora in atto.

La nostra iniziativa nasce da alcune convinzioni profonde:

a) l’idea che ai problemi evidenziati nella lucida analisi dell’attuale complessa condizione interna e internazionale, l’unica e più alta risposta possa e debba venire dalle indicazioni pastorali della dottrina sociale della Chiesa, declinate dalle ultime encicliche papali ( “Octogesima adveniens”, “Centesimus Annus” e “Caritas in veritate”) da cui i cattolici possono trarre le linee guida per una loro diretta testimonianza nella politica italiana, europea e internazionale;

b) la consapevolezza che nel deserto delle culture politiche attuali la ricomposizione di un’area di ispirazione democratico cristiana aperta alla collaborazione con altre componenti laiche interessate alla costruzione della sezione italiana del PPE da ricondurre ai principi ispiratori dei padri fondatori, sia elemento utile per la ricostruzione di un corretto confronto politico nel Paese;

c) la volontà di offrire ai giovani che non hanno conosciuto l’esperienza DC e/o non conoscono la storia della Democrazia Cristiana, l’opportunità di partecipare a un nuovo inizio, donando loro una speranza derivante da una politica fondata sulla centralità della persona e sul valore dell’autonomia dei corpi intermedi, sui valori della sussidiarietà e solidarietà e con politiche economiche ispirate ai valori dell’economia sociale di mercato che nella cultura italiana sappiano ritrovare le fondamenta dell’economia civile che pone al centro del valore dell’economia, accanto al giusto profitto quello della relazionalità e del mutuo scambio solidale, unico rimedio alle disfunzioni drammatiche di un turbo capitalismo finanziario che ha prodotto e alimenta le grandi storture e ingiustizie del nostro tempo.

Senza recriminazioni e inutili “j’accuse” sui diversi percorsi che molti di noi hanno sperimentato negli anni della diaspora, ma accomunati dalla volontà di ricostruire una Democrazia Cristiana Nuova, né portatori di velleitarie e anacronistiche ambizioni personali, nei prossimi giorni ci apprestiamo a gettare le basi di un primo tassello di un mosaico al quale saranno chiamati tutti i “ DC non pentiti” a offrire il proprio contributo.



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