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Zunino ritenta con Risanamento. Numeri, incognite e segreti dell’Opa

Dopo le indiscrezioni della settimana scorsa, oggi è stato il giorno delle conferme: Luigi Zunino è intenzionato a rientrare in possesso della “sua creatura”, la società immobiliare Risanamento, dal 2009 in mano alle banche creditrici, lanciando un’offerta pubblica di acquisto (Opa) a 0,25 euro per azione.

Le indiscrezioni di venerdì 7 giugno

Già venerdì scorso Il Messaggero aveva riferito di una missiva inviata dall’immobiliarista piemontese agli istituti di credito azionisti, ossia Intesa Sanpaolo, Unicredit, Monte dei Paschi di Siena, Banco Popolare e Popolare di Milano, e alla sua società in liquidazione, Sistema Holding, titolare di una partecipazione residuale, nella quale si proponeva un’operazione che consentisse a Zunino di tornare proprietario del gruppo del real estate. Le indiscrezioni avevano messo le ali alle azioni in Borsa, al punto che Consob aveva chiesto all’immobiliarista di diffondere una nota per confermare o smentire. Una prima nota, alquanto scarna, è giunta venerdì stesso, mentre una seconda, con le informazioni più importanti, che tuttavia nulla fa sapere sul modo in cui saranno reperite le risorse finanziarie, è stata diramata la mattina del 10 giugno.

I dettagli dell’operazione di Zunino nella nota del 10 giugno

Ebbene, secondo quanto annuncia quest’ultimo comunicato, firmato Luigi Zunino, l’operazione prevede in primo luogo l’accordo per la cessione delle azioni Risanamento delle banche e di Sistema Holding alla newco Oui, che fa capo allo stesso immobiliarista, a 0,25 euro per azione. Successivamente, sempre allo stesso prezzo, sarà lanciata un’Opa obbligatoria con successivo squeeze out (acquisizione di eventuali azioni residuali) e delisting (uscita dalla Borsa, dove al momento la società è quotata). Risanamento venderà poi alle banche il 100% della newco (società di nuova costituzione) Msg, che, oltre alle attività e passività relative all’immobile Sky, avrà in pancia anche l’area relativa a Milano Santa Giulia “in modo che le banche possano implementare l’operazione prevista dall’offerta di Idea Fimit”, esaminata dal consiglio di amministrazione di Risanamento venerdì 7 giugno, senza tuttavia prendere alcuna decisione in merito.

L’offerta di Idea Fimit sull’area di Santa Giulia

Il 6 giugno scorso, infatti, la società attiva nel settore dei fondi immobiliari che fa capo al gruppo De Agostini ha inviato a Risanamento un’offerta vincolante, valida fino alla fine del mese, per rilevare l’area di Milano Santa Giulia attraverso un meccanismo di “apporto a un fondo di nuova costituzione”. Secondo quanto si apprende da fonti finanziarie, l’idea sarebbe quella di chiudere l’operazione entro l’estate. In questo senso, ammesso e non concesso che Zunino effettivamente arrivi a lanciare l’Opa, sarà importante capire quale sarà la sua tempistica: se l’offerta pubblica di acquisto giungerà prima che il cda di Risanamento accetti la proposta di Idea Fimit Sgr, quest’ultima si troverà ad avere dall’altra parte del tavolo delle trattative non più le banche ma Zunino, il quale a quel punto potrebbe entrare nel fondo immobiliare di nuova costituzione con la newco di cui si parla nel comunicato del 10 giugno.

E se il vero obiettivo di Zunino fossero gli immobili di Parigi?

Tuttavia, il fatto che nel comunicato Zunino ipotizzi di cedere alle banche – da quel che si evince a costo zero dietro però accollo del debito – l’area di Santa Giulia, denota uno scarso interesse da parte sua per l’asset. Viceversa, si mormora, il vero obiettivo dell’operazione dell’immobiliarista sarebbero gli immobili di pregio parigini. Se si considera che gli asset francesi sono stati valutati oltre 1 miliardo di euro e che rientrare in possesso di Risanamento all’imprenditore piemontese con l’operazione appena delineata costerebbe circa 200 milioni, si capisce subito che per Zunino riuscire nell’impresa sarebbe un po’ come vincere un terno al Lotto. Del resto, già nei mesi scorsi l’immobiliarista aveva avanzato un’offerta proprio sulle attività parigine, mentre poco dopo pare che per le stesse si siano fatti avanti alcuni investitori del Qatar.

La parola ora passa alle banche socie

In ogni caso, ora che Zunino ha messo nero su bianco i dettagli della sua proposta, la parole passa alle banche socie di Risanamento. In altre parole a quegli stessi istituti di credito che nel 2009, dopo la conversione del debito, diventarono soci diretti del gruppo immobiliare, in virtù dell’articolo 182 bis della legge fallimentare, sfilandolo così dalle mani dello stesso Zunino, che lo aveva fondato e caricato di leva per circa 3 miliardi di euro. Le banche socie, interpellate sulla questione e sulla possibilità che decidano di conferire i titoli della società in Opa, preferiscono mantenere le bocche cucite, ma trapela un generale clima di stupore per la mossa di Zunino, della quale qualcuno contesta sia la tempistica, sia la modalità.

Incognita Banco Popolare

Sembra, poi, che nella iniziale missiva inviata da Zunino a Risanamento si prospettasse la possibilità che l’immobiliarista fosse nuovamente finanziato dal Banco Popolare, già creditore e tra gli attuali azionisti forti del gruppo immobiliare. Tuttavia, nel comunicato diffuso al mercato il 10 giugno, nulla si precisa sul modo in cui l’immobiliarista troverà le risorse per finanziare l’operazione. Il Banco Popolare, dal canto suo, secondo quanto si apprende in ambienti finanziari, starebbe valutando la possibilità di finanziare Zunino e ancora non avrebbe preso una decisione.


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