Attesa per il verdetto della sezione feriale della Cassazione, presieduta da Antonio Esposito,su Berlusconi, stangato, per 4 anni, per frode fiscale, in appello, con annessa pena accessoria, cioè quei 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, che dovrebbero far scattare l’espulsione dal Senato del condannato.
Dimissioni di Silvio ? Non sono state sinora annunciate, al contrario di quanto è avvenuto in Lussemburgo, dove Juncker, che governava dal 1995, si è dimesso, a causa di un vecchio scandalo del servizio segreto del Granducato, sospettato di aver intercettato, illegalmente, migliaia di cittadini. E, in Spagna, l’opposizione e il suo partito, il Ppe, stanno incalzando il premier, don Mariano Rajoy, per una storiaccia di finanziamenti occulti e mazzette ai partiti.
Invece, nel bel Paese, il giudizio, per reati comuni, sull’ex imprenditore, Berlusconi, già vicino al pluricondannato Craxi, avrà, certamente, conseguenze politiche.
Se Il Presidente del Pdl sarà condannato, sono pronte le dimissioni dei 200 parlamentari Pdl. Qualcuno provveda ad avvertire Brunetta e Schifani : talvolta, le dimissioni vengono accettate !
La Cassazione, dunque, ha in mano il destino e il futuro di questo Paese. E non solo del governo Letta-Alfano. Un’uscita di scena traumatica del Cavaliere metterebbe in moto forze imprevedibili, che renderanno ancora più instabile il sistema politico.
Il senatore milanese ha annunciato che, che in caso di condanna, non scapperà ad Antigua e non imiterà il suo amico e munifico finanziatore, Craxi, che si rifugiò nell’ospitale Tunisia.
A 77 anni, egli potrebbe di nuovo sfidare tutti, scegliendo il carcere.
Silvio è convinto che i processi siano i risultati di una strategia tesa a liberarsi di un avversario politico scomodo.
Il carcere, nelle sue intenzioni, sarebbe un modo per continuare a combattere per la libertà e la democrazia.
Berlusconi, tuttavia, è ancora convinto che, alla fine, la Cassazione, grazie anche alla difesa “tecnica” di Coppi- più abile e stimato dei penalisti, e parlamentari, Longo e Ghedini- non potrà non assolverlo. È il suo ultimo atto di fiducia nella giustizia.
Siamo al bivio. E spetterà, ancora una volta, ai giudici-dopo tante promesse, mai mantenute, di riforma della giustizia-scegliere il futuro politico, economico e sociale del Paese.
Ma potranno le toghe d’ermellino condannare a morte la Procura di Milano, influente, politicizzata e autorevole- che, nell’ordine giudiziario, svolge lo stesso ruolo de “La Repubblica” nella stampa- salvando Berlusconi?
Il nodo di questa storia, ventennale, è proprio questo: le toghe più autorevoli sconfesseranno le toghe più temute del Paese ?
Berlusconi. Le toghe più autorevoli sconfesseranno le toghe più politicizzate del Paese?
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