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Usa sempre più pro life: ecografia obbligatoria prima dell’aborto

In Texas dal 2010, nella Virginia a partire dal luglio dello scorso anno: sono sempre più gli Stati nordamericani che impongono alle donne in procinto di abortire di sottoporsi prima ad un’ecografia per vedere chi è quello che i pro choice chiamano invece il “frutto del concepimento”. Molti di questi legislatori prevedono comunque una esenzione dall’ecografia “coatta” per le gestanti che hanno subito uno stupro o incesto. 

Da quando il presidente Barack Obama, non appena rieletto al suo secondo mandato, ha rilanciato la sua campagna per l’aborto libero e gratuito per tutti,  diversi Stati federali hanno ristretto la normativa sull’“interruzione di gravidanza”, legalizzata negli Stati Uniti nel 1973, con la sentenza “Roe vs Wade”. L’ultimo Stato a vietare l’aborto oltre la ventesima settimana, imponendo regole severissime ai medici e alle cliniche abortive, è stato il Texas che, il 12 luglio scorso, dopo una lunga battaglia, ha approvato definitivamente una nuova legge al Senato con 19 voti favorevoli contro 11. La legge richiede anche che per ogni aborto, compresi quelli indotti per pillola, si vada obbligatoriamente in ospedale.
Gli oppositori hanno obiettato che le misure presenti nel provvedimento obbligheranno a chiudere le “cliniche della morte” finanziate fra l’altro dall’International Planned Parenthood Federation, l’ONG multimilionaria impegnata da decenni a divulgare pratiche che mirano a controllare la vita, nonché gli altri centri che offrono “servizi abortivi”, impedendo a molte donne che risiedono in Texas di avere accesso all’assistenza sanitaria minima.

Virginia pro-life

La Virginia è stato l’ottavo Stato federale a prevedere l’ecografia obbligatoria prima dell’aborto, al fine di «aiutare le donne a prendere una decisione ben informata». Queste misure sono il risultato di una campagna condotta in difesa della vita che ha scelto di cambiare la legge Stato per Stato, anche per evitare un’altra sentenza della Corte Suprema che, vista la sua nuova tendenza a seguire il radicalismo del presidente Obama, potrebbe opporsi alla volontà dei cittadini di questi Stati.

Rick Perry

Ritornando alla recente legge texana, la sua approvazione ha suscitato notevoli entusiasmi nel movimento pro life e riscosso numerosi consensi, fra i quali quello autorevole dell’ultimo candidato repubblicano alle Presidenziali americane, Rick Santorum, che l’ha definita l’ulteriore conquista di un più ampio «movimento d’amore» (cit. in Sandy Fitzgerald, Santorum: il progetto di legge texano sull’aborto riguarda “l’amore”, in Newsmax.com, 12 luglio 2013). Il provvedimento restrittivo dell’aborto è stato fra l’altro fortemente voluto dal suo compagno di partito James Richard “Rick” Perry, anch’egli cristiano conservatore simpatizzante del “Tea Party” che, dal 21 dicembre 2000, è sulla sedia del Governatorato dello Stato sudista occupata a lungo da George W. Bush. Il Governatore repubblicano Perry, in passato Democratico, è da anni un fermo oppositore dell’aborto e assertore dell’impegno legale, attualmente vigente in 19 Stati federali, d’informare le donne sui «rischi di cancro al seno, di sofferenza del feto o di depressione in caso di aborto».

Legge anti-aborto in Texas

La legge texana, ha aggiunto Santorum, «E’ un momento importante che fa capire a tutti quanti a che punto è davvero il dibattito sull’aborto in America». «Il volto del movimento pro-life è fatto da persone che ogni giorno incontrano e abbracciano donne, indipendentemente dal fatto che queste siano intenzionate ad abortire o meno. Le amano…è il movimento dell’amore. E’ di questo che si tratta», ha aggiunto in un applaudito discorso l’ex senatore della Pennsylvania che, nel 2012, ha concorso per la candidatura presidenziale sul fronte del GOP. Santorum, infatti, giovedì scorso ha partecipato a una conferenza-stampa con il Vice-Governatore del Texas, David Dewhurst, e altri esponenti repubblicani locali con l’obiettivo di attaccare i democratici, la stampa e quei repubblicani che non sono d’accordo con la loro mobilitazione diretta a varare una delle più dure leggi sull’aborto del Paese.

Rick Santorum

Santorum, però, ha ribattuto che la legge «protegge bambini che nascono vivi» e ha aggiunto che i promotori della legge e chi la sostiene non vanno visti come «un gruppo estremista».
Il provvedimento era stato infatti bloccato dal senato texano due settimane fa a causa dell’ostruzionismo dei Democratici e di vivaci proteste di migliaia di persone (cfr. Letizia Mariani, Texas, fallito per ostruzionismo il tentativo di limitare l’aborto. Ma il governatore promette: voteremo ancora, in Tempi.it, 27 giugno 2013). Tuttavia, alla seduta d’esame di fronte a una commissione ad hoc del Senato, tenutasi giovedì 11 luglio, erano presenti solo una decina di manifestanti e, quindi, la legge è passata senza ulteriori indugi.

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