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L’impasse di Apple che agita Wall Street

Più iPhone nel mondo, ma meno costosi. L’ad di Apple Tim Cook deve abituarsi ad un mercato in evoluzione, e che, sebbene meno delle attese, continua a batostare anche il colosso di Cupertino. Apple non solo continua a confrontarsi con l’ipotesi di una serie di prodotti low-cost, con il rischio di danneggiare l’immagine del gruppo, ma è alle strette tentando di porre rimedio alla fame di novità manifestata dagli analisti, e, soprattutto, da Wall Street. Oltre agli annunci, la finanza pretende altro. La scommessa su titoli meno sicuri ma forse più redditizi nel breve periodo potrebbe non essere così assurda per i broker di New York.

Calano gli utili ma meno delle attese

Nel suo terzo trimestre fiscale Apple ha registrato utili per 6,9 miliardi di dollari, in calo del 22%, ma comunque leggermente superiori alle aspettative degli analisti. Il fatturato complessivo dei tre mesi, con il 57% del totale generato su scala internazionale, è stato di 35,3 miliardi, mentre i pronostici erano pari a 35,02 miliardi. In termini di utile per azione, il risultato è passato da 9,32 dollari a 7,47 dollari, mentre gli esperti si aspettavano quota 7,32 dollari.

Il successo degli iPhone

Tuttavia il dato più incoraggiante e sorprendente per il mercato è venuto dalla vendita degli iPhone, con 31,2 milioni di unità vendute contro i 26,6 milioni di pezzi stimati dagli esperti. Sebbene le vendite siano inferiori a quelle dei tre mesi precedenti, che erano state pari a 37,4 milioni di unità, si tratta del migliore risultato mai segnato prima d’ora dal gigante di Cupertino nel terzo trimestre fiscale, il secondo dell’anno.

Il flop degli altri prodotti

Lo stesso non vale per gli altri prodotti Apple: iPod, Mac e iPad hanno registrato vendite inferiori alle aspettative. Nel periodo terminato il 29 giugno, sono stati 14,6 milioni gli iPad acquistati dai consumatori contro i 17,4 milioni di unità previste dal mercato. Meno forte il divario tra risultati e aspettative per i Mac e iPod: nel primo caso sono stati venduti 3,75 milioni di pezzi rispetto ai 3,9 milioni attesi; nel secondo invece sono stati acquistati 4,57 milioni di unità contro le 4,9 previste dagli esperti.

Le previsioni

Sebbene Apple non abbia rilasciato un outlook sugli utili, lo ha fatto per i ricavi: nel quarto trimestre fiscale, quello in corso, il risultato è atteso nell’intervallo 34-37 miliardi di dollari. Gli analisti avevano anticipato un dato a 37,05 miliardi. I margini sono visti tra il 36 e il 37%.

I nuovi lanci

L’ad Tim Cook sì è detto “particolarmente orgoglioso del record sugli iPhone e delle forti entrate da iTunes, Software e Services”, e ha placato subito l’ansia dei mercati e degli analisti dichiarando di essere “emozionatissimo per i prossimi lanci dei sistemi operativi di iOs7 e OS X Maverciks. Stiamo lavorando su dei laser e su dei nuovi prodotti sconvolgenti che presenteremo nell’autunno del 2014”, ha aggiunto, senza specificare di cosa si tratti.

I migliori mercati emergenti

Ma intanto, sottolinea il Guardian, gli analisti attendono il lancio sul mercato di un iPhone economico i autunno e forse un altro prodotto indossabile, come l’iWatch, per rinvigorire il volatile portafoglio Apple. “Non credo che il mercato degli smartphone più costosi sia saturo”, ha osservato Cook. Ma nonostante l’aumento delle vendite, il prezzo medio dello smartphone per eccellenza è crollato dai 613 ai 581 dollari, con la crisi delle vendite nei mercati avanzati. I mercati emergenti migliori? “India, Filippine e Turchia“, ha commentato.

Il calo delle vendite in Europa e Cina, reggono Usa e Giappone

Ma i dati europei, cinesi e delle regioni asiatiche sul Pacifico dimostrano l’impossibilità di potersi permettere questi costosi gioielli tecnologici. I ricavi in Cina, un tempo mercato d’oro, sono diminuiti del 14%, a 4,6 miliardi di dollari, e il resto della regione del 18% a 2 miliardi. Gli incassi europei sono calati dell’8% a 7,6 miliardi. A distinguersi sono solo Stati Uniti e Giappone, che hanno segnato rispettivamente un +12%, a 14,4 miliardi, e un +27% a 2,5 miliardi. E a calare sono state anche le vendite di iPad, del 15% a quota 14,6 milioni, con un prezzo medio sceso a 436 dollari dai 449. Il mercato dei gioielli di Cupertino, che aveva stregato il mondo, torna ad essere di nicchia. La scelta di rimanerci o di riposizionarsi sta tutta nelle mani di Cook, mentre Wall Street prende appunti.



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