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Baltimora: orti urbani per integrare i rifugiati

La nostalgia di casa ha mille sfumature e altrettanti volti. Per offrire agli immigrati un sapore di casa, a volte lontana anche migliaia di chilometri, un’associazione no profit di Baltimora, nel Maryland, li aiuta a coltivare grandi orti urbani dove crescono raccolti tipici della loro terra. “Quando vengo qui, racconta Joyce Kedan, rifugiata 32enne dal Sudan meridionale, mi sento felice e serena. E penso a casa”. Joyce è fuggita dal suo paese per cercare un rifugio lontano da una spietata guerra civile. Dall’anno scorso è una custode di New Roots, “Nuove radici”, un’associazione di volontari che sostiene i rifugiati che coltivano prodotti alimentari con sapori e profumi in grado di mitigare la pena e le fatiche dell’esilio forzato. Agli immigrati da territori dilaniati da conflitti e guerre civili come Birmania, Iraq e Sudan, New Roots non offre solo un mezzo per ricette etniche o per risparmiare qualcosa dal fruttivendolo, come spiega Aliza Sollins, volontaria di New Roots. “La cosa migliore che il programma di orti urbani può offrire riguarda soprattutto la gamma di aiuti diversi che fornisce ai coltivatori. Non si tratta solo di un posto dove far crescere dei prodotti della terra. È soprattutto un luogo d’incontro e di recupero per chi ha molto sofferto”. Una speranza di vita nuova profumata anche di rosmarino e basilico. Per combattere la nostalgia e dimenticare l’orrore.(Immagini Afp)



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