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Cairo e Della Valle, analogie e differenze tra i due scalpitanti imprenditori in Rcs

Tanto simili, eppure tanto diversi. Sembra una contraddizione, ma l’imprenditore della Tod’s, Diego Della Valle, e l’editore dell’omonimo gruppo, Urbano Cairo, due degli uomini chiave della partita su Rcs e, qualche mese fa, di quella su La7, potrebbero essere descritti così. Quasi coetanei, classe 1953 il primo e nato nel 1957 il secondo, le cose in comune sono numerose: entrambi appaiono un po’ come dei “self made man”, uomini che si sono fatti da soli, tutti e due azionisti forti di Rcs e proprietari ciascuno di una squadra di calcio, rispettivamente la Fiorentina e il Torino. Ciononostante, le differenze non mancano.

Self made man ma in modo diverso

Per esempio, se entrambi possono essere considerati dei self made man, lo sono in maniera molto diversa. Della Valle, comunque, ha ereditato dal padre e, prima ancora, dal nonno un’azienda di scarpe, appunto la Tod’s. Poi però a imprimere un’accelerazione determinante alla carriera dell’imprenditore marchigiano è stato l’Avvocato Gianni Agnelli, che negli anni ’80, con le Tod’s ai piedi, gli fece una grande pubblicità. Della Valle diventa così sempre più famoso, più ambizioso e dà vita, negli anni, a un gruppo sempre più grande e internazionale, che macina utili. Cairo, invece, crea effettivamente dal nulla il proprio omonimo gruppo editoriale: comincia la sua carriera in Fininvest come assistente di Silvio Berlusconi, diventa direttore commerciale di Publitalia ’80 e amministratore delegato dell’Arnoldo Mondadori Editore; poi però nel 1995 viene licenziato dall’azienda del Biscione e in quello stesso anno fonda la Cairo Pubblicità e il gruppo editoriale che porta il suo nome.

L’abbondante scorta di liquidità

Nel 2000 va in scena un episodio chiave della storia imprenditoriale di Cairo: in un anno particolarmente propizio per operazioni di questo genere, quota in Borsa la sua società di comunicazione e porta a casa qualcosa come 200 milioni di euro, un “tesoretto” che conserverà negli anni scegliendo di spenderlo soltanto per le grandi occasioni. I maligni, tuttavia, sostengono che gran parte di quel denaro dovrà essere investito nella non semplice impresa di far tornare in utile La7, rilevata da Cairo a marzo. Guardando alle analogie tra Della Valle e Cairo, risale alla metà dei fortunati anni Duemila anche una delle operazioni clou che consentono a mister Tod’s di fare cassa: la cessione ai francesi di Bnl, di cui era azionista, che gli permette di realizzare una cifra nell’ordine del centinaio di milioni. Insomma, ai due imprenditori i soldi non mancano ed è questa una delle ragioni per cui, in tempi di magra come quelli attuali, i loro nomi vengono spesso e volentieri tirati in ballo quando serve un cavaliere bianco che apra i cordoni della borsa.

La partita su Rcs…

E in Rcs, in effetti, serviva proprio qualcuno che avesse voglia di investire su un’azienda editoriale in fase di ristrutturazione che sta attraversando una delicata fase di transizione. Fin da subito, Della Valle ha fatto capire di volere giocare come titolare nella partita sul gruppo del Corriere della Sera. Così, già azionista forte (ancorché fuori dal patto di sindacato) con quasi il 9% del capitale, dopo che la Fiat di John Elkann aveva fatto sapere che dopo l’aumento di capitale di Rcs sarebbe salita oltre il 20%, mister Tod’s, più battagliero che mai, si era detto intenzionato a raggiungere e anche superare la partecipazione del Lingotto. Una cosa che, tuttavia, non è avvenuta: Della Valle, dopo l’aumento – operazione nella quale ha comunque investito 35 milioni – resterà appena sotto il 9% del gruppo editoriale. Ma il vero colpo di scena nella partita è arrivato il 18 luglio, quando Cairo ha fatto sapere che dopo la ricapitalizzazione avrà il 2,8% di Rcs, per un investimento complessivo da quasi 15 milioni.

… e quella su La7

Zitto zitto, l’imprenditore di Alessandria, in Rcs, è passato direttamente ai fatti. Così come ai fatti è passato a marzo, quando Cairo, per la cifra simbolica di 1 milione, ha rilevato La7 da Telecom Italia Media. Un’operazione in cui, a un certo punto, nelle fasi finali delle trattative, cercò di inserirsi lo stesso Della Valle, tentando di unire le forze anche con il fondo di private equity Clessidra, ma senza alcun successo.

L’approccio alle operazioni e… la Consob in comune

L’approccio all’operazione su Rcs aiuta un po’ a spiegare le differenze tra i due imprenditori: dai modi più rudi, più urlati, e per certi aspetti forse anche più schietti e diretti, quello marchigiano; e più misurato, abbottonato e in un certo senso accorto quello alessandrino. Ciò non toglie, però, che entrambi – e qui torniamo alle analogie – nell’ambito della vicenda su Rcs abbiano fatto scendere in campo la Consob. La Commissione guidata da Giuseppe Vegas, infatti, sta cercando di chiarire alcune dichiarazioni apparentemente contraddittorie rilasciate sia da Della Valle (in maniera più plateale) sia da Cairo: il primo si era detto intenzionato a salire oltre il 20% e non l’ha fatto, ma il secondo, ancora a inizio luglio, si era detto non interessato a Rcs. Insomma, differenti strategie, ma risultati, almeno in questo caso, del tutto analoghi.

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