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Capitano Lazio stangato per vecchia partita? Molti dubbi su processo a Mauri!

La mannaia del giudice sportivo sta per abbattersi su il capitano della Lazio Stefano Mauri.  A più di un anno dall’arresto del forte centrocampista (era il 28 maggio del 2012), si è deciso di imbastire il procedimento sportivo su Lazio-Genoa del 14 maggio 2011, partita vinta dalla squadra di Lotito per 4-2.
Cioè, il dibattimento si svolgerà su un incontro del torneo 2010-2011. Dura lex, sed lumacona lex, quella sportiva, contro un giocatore, di 33 anni, che ha giocato ben 2 campionati, dopo il presunto incontro combinato, e che ha contribuito a far vincere alla sua squadra la Coppa Italia Tim, nel maggio scorso, contro la Roma.
Primo e secondo grado entro il 24 agosto, sarà un processo-lampo, con una manciata di imputati (Milanetto, Gervasoni, Zamperini e appunto Mauri).
Per la prima volta, la Procura federale ha deciso di scorporare il fascicolo, inviato da Cremona che, in origine, conteneva due partite: quella col Genoa, appunto, e Lecce-Lazio del 22 maggio (2-4).
Se verrà riconosciuto non estraneo alla pastetta,  Mauri potrebbe essere squalificato per 3 anni e mezzo. In pratica, i giudici lo condannerebbero all’ergastolo sportivo.
E la Lazio, per responsabilità oggettiva, potrebbe vedersi togliere due punti dalla prossima classifica, certamente non la partecipazione all’Europa League.
In ogni caso, per l’accusa, potrebbe non essere così facile arrivare a dimostrare la sua tesi. Mauri ha a suo carico una prova ‘fisica’ – la famosa sim intestata a Samantha Romano, fidanzata del titolare di un centro-scommesse – e che, poco prima della gara col Genoa, i tabulati registrarono un traffico frenetico di contatti telefonici tra Mauri e Zamperini e tra Zamperini e gli ‘zingari’ . Ma è anche vero che non ci furono contatti diretti e che la stessa versione del pentito Gervasoni (indicò Mauri come taroccatore) è smentita sia da Zamperini – che ha sempre negato tutto – sia da Almir Gegic, uno dei capi del clan, che combinava le partite.
L’omessa denuncia, uno stop tra 3 e 6 mesi, sarebbe un successo per il calciatore piemontese, assistito dall’avv. Gentile. E la Lazio non ne risentirebbe.



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