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Chi è il renziano che in Sicilia capeggia la fronda anti Usa sul Muos

Cose da non credere, ma vere. È quello che può capitare nella politica siciliana che poi è la quintessenza di quello che, meno raffinatamente forse, capita di vedere nei palazzi romani.

Nel caso in questione, si torna a parlare dell’ormai celebre sistema di comunicazione satellitare Muos. Il radar americano che sorgerà a Niscemi è stato, e in parte ancora è, fonte di significative polemiche da parte della sinistra antagonista e del Movimento 5 Stelle.

Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, avendo una maggioranza risicata aveva accolto gli inviti dell’opposizione che chiedevano uno stop ai lavori. La scelta naturalmente ha causato un vulnus sia nel rapporto fra palazzo d’Orleans e Stato centrale che fra istituzioni italiane e governo Usa. Nel braccio di ferro che si è determinato, a brillare per omissione, o per doppiezza, è stato il Pd. Fatto sta però che poi l’Istituto superiore di sanità ha chiarito che il radar non emette onde elettromagnetiche dannose per la salute e per l’ambiente e quindi Crocetta ha correttamente alzato le mani e consentito che i lavori proseguissero.

Tutto bene quel che finisce bene? Sì, se non fosse che, oltre alle residuali proteste delle opposizioni, ci sia ancora chi nel Partito Democratico voglia bloccare un progetto importante per la difesa transatlantica. E stupisce che a farlo non sia un seguace di Pippo Civati, l’esponente di largo del Nazareno che più di tutti ammicca a Beppe Grillo. No, il deputato regionale che accusa Crocetta di aver fatto niente poco di meno che un “golpe” per favorire il Muos si chiama Fabrizio Ferrandelli (nella foto) e… indovinate a quale corrente appartiene? Semplice: a quella del giovane sindaco di Firenze che si autoproclama, a Roma come a Washington, un super amico degli Stati Uniti (oltre che di Israele).

Lo sa Matteo Renzi che fra i suoi seguaci c’e chi promette di “fare le barricate” in nome della “sovranità” della Sicilia? La materia del contendere è un disegno di legge emanato dalla giunta e che aveva l’obiettivo di bloccare per legge i lavori. Si tratta di un provvedimento superato dai fatti e che neppure mai e stato discusso dal Parlamento regionale. Di questo il renziano Ferrandelli rimprovera Crocetta. Naturalmente a scoppio ritardato e dimostrando, ancora una volta, tutte le contraddizioni del Pd che solo in Piemonte trova la forza reagire contro chi preferisce difendere i violenti del No Tav e accusare i magistrati.

Anche Renzi, dunque, deve fare i conti con un esercito che si muove in ordine sparso. Anche perché su questi temi, come su tanti altri, il sindaco di Firenze non ha mai pronunciato una parola chiara. Salvo (interessate?) dichiarazioni d’amore politico ai governanti stranieri.

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