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Con Veronesi l’omologazione dei generi è dis-umana

grazie, prof. veronesi. grazie, dopo la sua intervista al corriere della sera di ieri “si sta annullando la differenza di generi” l’inganno è svelato. l’inversione dei ruoli che si sta affermando nella società contemporanea, ben lungi dal completare la personalità dell’uomo e della donna, è non solo in-naturale ma contro-natura, come dimostra il crollo della fertilità che mette a repentaglio il futuro stesso dell’umanità.

tuttavia, per veronesi, “l`omologazione dei generi è un fenomeno positivo per l`umanità perché l`entrata in scena a donna con ruoli sempre più strategici non può che porta re ad un mondo migliore, più giusto e più pacifico”.

invero, è difficile comprendere l’ottimismo dell’oncologo. salutare l’omologazione dei “generi” perché la crescente affermazione della donna porterebbe ad “un mondo migliore, più giusto e pacifico” mi sembra incompatibile con la constatazione per la quale “la donna oggi deve sviluppare aggressività, fare carriera, comandare persone, assumersi responsabilità, competere con gli uomini, sopportare doppi e tripli moli, che soffocano la sua femminilità”. ma se la donna del futuro sta sviluppando una personalità maschile come si fa a sostenere che il mondo sarà migliore, più pacifico e giusto?

per la stessa ammissione di veronesi, la inversione sociale dei ruoli dell’uomo e della donna non risponde alla biologia dei sessi: non è un processo che ristabilisce l’ordine naturale falsato dalle convenzioni sociali ma piuttosto è vero il contrario: lo dissolve. ma allora? 

nè meno infondata mi pare la fiducia dell’oncologo nelle virtù taumaturgiche della scienza: “sta alla scienza il compito di contribuire alla risoluzione del problema dell`infertilità, come sta avvenendo grazie agli studi sulla fecondazione assistita, oggi sempre più necessità sociale. Ma la scienza non va ostacolata per ragioni ideologiche o di principio”.

è invero singolare affidare alla scienza il compito di risolvere gli effetti perversi di una concezione della vita che la natura rifiuta. per carità non è la prima volta che accade. ma mi pare che gli auspici non siano dei migliori. basta vedere quello che accade con l’ambiente dopo decenni di industrializzazione spinta.

rimane un interrogativo di fondo: ma se l’uomo e la donna non sono biologicamente eguali perché, visto che la natura si sta ribellando, dovremmo proseguire nella loro omologazione sociale anche a rischio di mettere a repentaglio il genere umano? forse è proprio vero, Dio sarà anche morto ma gli dei sono ancora tra noi e con loro il mito dell’androgino

 

 

 

 

 

 

 

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