Se le “regole contengono valori”, come scrive oggi Ilvo Diamanti su Repubblica, è su questo terreno che si sta combattendo la battaglia nel Pd in versione precongressuale. Dopo l’accesa direzione nazionale di venerdì e in vista della riunione della commissione sul congresso di dopodomani, sono soprattutto le regole per le primarie a tenere banco.
La partita delle primarie
Da una parte c’è Matteo Renzi, in un inedito fronte con Pippo Civati, Rosy Bindi e Gianni Pittella, che chiede all’unisono primarie “apertissime”. “Caro Pippo @civati accolgo positivamente la tua proposta, chiediamo con forza ed insieme #primariepd aperte cc @matteorenzi”, ha scritto stamattina l’europarlamentare Pd su Twitter. Dal’altro, chi vorrebbe circoscriverle solo agli iscritti come Dario Franceschini e Pierluigi Bersani. Tra i due fuochi, Guglielmo Epifani cerca una soluzione di mediazione che potrebbe essere la partecipazione aperta agli iscritti e agli aderenti che firmeranno una carta di sostegno e verseranno una quota.
Segretario o premier?
Tra le condizioni del sindaco di Firenze che ha annunciato di sciogliere a settembre la sua riserva sulla corsa alla segreteria, c’è anche la coincidenza di ruoli tra segretario e candidato premier, così come vuole lo statuto del partito. Uno statuto però che ha subito deroghe proprio in occasione delle primarie fortemente volute da Renzi e concesse lo scorso anno dall’allora segretario Bersani. Il quale, manco a dirlo, è allineato sul fronte opposto, quello governativo che preferirebbe invece un segretario che facesse solo il segretario e non intralciasse con le larghe intese dell’esecutivo Letta.
Renzi e il governo Letta
Se dopo le elezioni Renzi era stato tra i pochi nel Pd ad auspicare un esecutivo di collaborazione tra il suo partito e il Pdl per uscire dall’impasse, oggi il sindaco di Firenze appare invece uno tra i più insofferenti al governo di larghe intese a cui riserva periodicamente qualche “picconata”. L’obiettivo di questo governo, secondo Renzi, non è quello di “vivacchiare” ma di fare le riforme, a partire da quella elettorale. E su questo fronte, è in prima fila tra i renziani Roberto Giachetti che oggi in piazza Montecitorio ha presentato un’iniziativa per la cancellazione del Porcellum.