I consumi crollano ai livelli minimi dal 1997, e, d’altra parte, l’Italia si classifica al quarto posto nel 2012 per peso fiscale nell’eurozona. Uno scenario cupo, emerso dai dati di Istat e Bankitalia, che secondo Innocenzo Cipolletta, economista, manager e neo presidente del Fondo Italiano d’Investimento, potrebbe essere combattuto con una maggiore spesa pubblica, e non con l’abolizione dell’Imu sulla prima casa, come suggerito anche dal Fondo Monetario internazionale.
Il crollo dei consumi
Consumi in frenata nel 2012. Secondo i dati dell’Istat, la spesa media mensile per famiglia è calata del 2,8% rispetto al 2011 scendendo a 2.419 euro. “Tenuto conto dell’errore campionario (0,6%) – ha spiegato l’Istituto – e della dinamica inflazionistica (+3%), la spesa è diminuita anche in termini reali”. Era dal 1997, anno d’inizio delle nuove serie storiche dell’Istat, che la spesa delle famiglie non subiva un calo così forte. Nel 2012 la spesa media mensile è scesa del 2,8% a 2.419 euro.
Il record della pressione fiscale
Ma il record l’Italia non lo registra solo in termini di calo dei consumi. Il Paese infatti si classifica quarto nel 2012 tra i paesi europei dell’Eurozona per peso fiscale: il livello della tassazione sul Pil è stato al 44% in crescita sul 2011 quando il peso delle tasse è stato pari a 42,6% stabile rispetto al 2010. Prima dell’Italia, sottolineano le Statistiche di finanza pubblica nei paesi dell’Unione europea pubblicate dalla Banca d’Italia, si piazza il Belgio con 47,1%, primo in classifica, seguito dalla Francia con il 46,9% e dall’Austria con il 44,2%. La media europea è stata pari al 41,6% mentre quella dell’Ue a 27 è stata del 40,5% nel 2012.
La spesa per interessi alle stelle
Nel 2012 l’Italia è stata maglia nera tra i paesi dell’Eurozona per la spesa per interessi, superando anche la Grecia. La spesa per interessi nel 2012 è stata pari al 5,5% del Pil, mentre per la Grecia è stata del 5% e per il Portogallo del 4,4%. Per la Spagna del 3%.
Più spesa pubblica, non meno tasse
Una crisi che, in un editoriale sul sito Inpiù, l’economista Innocenzo Cipolletta non esita a definire “la Caporetto dei consumi”. “Oggi una riduzione delle tasse non avrebbe grandi effetti a rilanciare la domanda interna – sottolinea -. Se si riducono le tasse sulle famiglie, si favorisce il reddito di quanti guadagnano mediamente di più, che saranno indotti a risparmiare di più per paura del futuro. Se invece si aumentasse la spesa pubblica, questa si tradurrebbe in domanda effettiva, specie se fosse dedicata alle persone con minore reddito. Anche per questo, l’eliminazione dell’Imu sulla prima casa finanziata con una riduzione della spesa pubblica è un grosso errore di politica economica, come dice il Fondo monetario internazionale e il buon senso dei cittadini”.